Ting Zhou, 30 anni, originaria di Gansu vicino Xian, meglio conosciuta come la città dell’esercito di terracotta, è quasi certamente l’unica cinese a Roma, se non in Italia, a vendere solo prodotti Made in Italy anziché merce proveniente dal suo Paese.
Il perché di questa scelta lo spiega lei stessa accogliendoci nel suo negozio al Pantheon, dalle cui vetrine spicca il logo, con tanto di tricolore, “made in Italy”. «Il mio cuore batte italiano – esordisce Ting, un sorriso contagioso - Roma e l’Italia mi hanno dato tanto. Ora sta a me ricambiare. Vendendo italiano, appunto, e favorendo come posso l’immagine dell’Italia in Cina».
Al civico 3 di via della Rosetta Ting Zhou, che parla perfettamente la nostra lingua (vive a Roma dal 1995), ha una boutique per donna con articoli di alta gamma, tutti rigorosamente prodotti e lavorati da sarti e artigiani italiani per note griffe: giacche, vestiti, scarpe, maglie, sciarpe, borse, bigiotteria e creme naturali. Anche queste ultime italiane. «I lavori di ristrutturazione di questo locale? Li ho affidati ad architetti e operai italiani» dice. Altra stranezza: Ting Zhou rispetta alla lettera giorni e orari di apertura e chiusura dei negozi, come previsto dalla delibera comunale. «A Natale? Ero chiusa, certo. Anche in questo sono distante anni luce dai miei connazionali».
Al suo fianco la madre Xueyan Du, 57 anni, che come la figlia non ha dubbi: «Mai pensato di vendere chincaglierie cinesi. Forse sarebbe stato più conveniente, chi lo sa. Forse avremmo guadagnato dieci volte tanto. Calcoli non ne abbiamo fatti, di sicuro in questa avventura ci ha spinti solo l’amore per l’Italia».
Diploma all’Istituto tecnico commerciale “Maffeo Pantaloni” al Flaminio, laurea in Economia all’Univesrità La Sapienza di Roma con 110 e lode, un lavoro prima nel ristorante cinese di papà Zhinin al Trionfale, poi come interprete in giro per il mondo, Ting Zhou non ha mai preso in considerazione di importare dalla Cina merce a basso costo: «Non ci ho mai pensato – afferma sicura - Non a caso i clienti, soprattutto italiani, quando entrano rimangono senza parole. Sono scettici, poi alla fine si ricredono».
Moda e vino sono le grandi passioni di questa ragazza originaria della Cina nord occidentale che dall’età di 13 anni si sente “romana d’adozione”. «Lo confesso amo il buon vino e visto che non posso produrlo ho intenzione di esportarlo per farlo meglio conoscere in Cina. Un progetto, questo, al quale lavoro da tempo, anche grazie alla collaborazione con Onav, l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vini, a cui ho fatto da interprete durante una manifestazione espositiva in Cina. Sembrerà folle, ma io credo fortemente nel sistema Italia. Nel mio piccolo ho intenzione di contribuire, in questo momento difficile per l’ economia, ad un nuovo miracolo italiano. Come accadde con il boom degli anni Sessanta. Chi può dirlo? In economia tutto è un rischio».
L’amore viscerale per Roma traspare ovunque. «Anche il nome del negozio, Eternal Brilliant, non è stato scelto a caso – conclude Ting -. Significa luce eterna proprio in omaggio alla città eterna». Laziale o romanista? «Mi sento romana, faccio il tifo per la città. E romano dovrà essere anche il mio fidanzato che spero incontrerò presto».
Fonte: Il Messaggero
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