Il “Made in Italy” non è soltanto un marchio di qualità nei beni materiali, ma si conferma sempre più come una leva strategica anche per il settore turistico italiano. Lo ha sottolineato la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, durante la sua partecipazione alla Italian Design Week di Washington DC, dove ha ricevuto il premio “Tourism Champion 2025”.
Un asset competitivo da 14 miliardi
Secondo le ricostruzioni, il Made in Italy genera «quasi 14 miliardi di euro di valore economico in termini di spesa turistica». Inoltre, sono oltre 185.000 le imprese artigiane italiane collegate in modo diretto alla domanda turistica, valorizzando la filiera identitaria italiana.
Santanchè ha evidenziato che l’offerta turistica italiana trae forza dall’integrazione tra produzione manifatturiera – moda, arredamento, enogastronomia – e ospitalità, sottolineando come «se oggi l’Italia è famosa nel mondo, lo deve al Made in Italy» che «si esprime in ogni campo: dall’ospitalità … alla moda e all’enogastronomia».
Quali implicazioni per il turismo e l’economia
Questo legame tra produzione e turismo apre diverse piste operative e implicazioni:
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Il turismo in Italia non è solo vacanza o relax, ma anche esperienza di prodotto: visitare laboratori artigiani, showroom, botteghe, partecipare alla cultura del “fatto in Italia”. Il ministero ha stimato che l’8 % dei viaggi include visite a laboratori artigiani e oltre il 21 % delle vacanze culturali include elementi produttivi. -+1
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Le micro-, piccole e medie imprese artigiane possono giocare un ruolo chiave: il fatto che 185.000 imprese artigiane siano collegate al turismo indica come la sinergia tra manifattura, artigianato e ospitalità offra nuove opportunità.
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Il brand “Italia” si rafforza sul palcoscenico internazionale non soltanto come meta turistica, ma come destinazione che offre esperienze integrate: design, produzione, saper-fare, accoglienza.
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Tale valore economico non è solo “spesa turistica diretta” ma comprende l’impatto del prodotto italiano sulla percezione dell’Italia come destinazione, e quindi sul flusso e sul tipo di turismo attratto (alti spendenti, turismo esperienziale, turismo di eccellenza).
Le sfide da affrontare
Nonostante il dato incoraggiante, restano questioni importanti:
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Occorre garantire che il “Made in Italy” legato al turismo non finisca per essere solo retorica, ma venga sostenuto da infrastrutture adeguate, formazione, promozione internazionale.
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Le imprese artigiane e turistiche devono essere messe nelle condizioni di interagire e valorizzare insieme l’offerta turistico-manifatturiera.
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È essenziale trasformare queste dichiarazioni in azioni concrete: ad esempio, sviluppare pacchetti turistici integrati che includano visita a produttori, laboratori, esperienze esperienziali legate al “fatto in Italia”.
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Inoltre, la distribuzione di questi benefici su tutto il territorio nazionale — non solo nelle grandi città o zone già forti — rappresenta una sfida per evitare concentrazioni e rendere il “Made in Italy” un fattore di sviluppo equilibrato.
In conclusione, l’analisi della ministra Santanchè mette in luce una dimensione spesso sottovalutata del “Made in Italy”: non solo produzioni di eccellenza esportate, ma anche un pacchetto turistico-esperienziale che genera miliardi e rafforza l’identità del Paese nel mondo. Per le imprese del settore turistico, artigiano e manifatturiero, questa è un’opportunità da cogliere con strategie integrate, internazionalizzazione e valorizzazione del racconto identitario.