Dietro l’etichetta tricolore che evoca qualità, artigianato e tradizione, si nasconde un fenomeno che mina la credibilità dell’intera produzione italiana: la contraffazione e le etichettature ingannevoli mettono a rischio non solo i consumatori, ma anche le imprese che producono interamente sul territorio nazionale.

Numeri che evidenziano la portata del fenomeno
Nei primi nove mesi dell’anno, le autorità italiane hanno condotto quasi 9.000 interventi contro il commercio illegale legato al Made in Italy, sequestrando quasi 527 milioni di prodotti tra merci false e articoli non conformi agli standard. Questi dati mostrano quanto il fenomeno sia esteso e quanto impatti direttamente sul tessuto produttivo autentico.

Origine e modalità della contraffazione
Le merci irregolari vengono spesso etichettate come “italiane”, pur essendo prodotte all’estero o in condizioni non certificate. Il risultato è duplice: concorrenza sleale verso le aziende che rispettano la filiera nazionale e danno irreversibile alla reputazione collettiva del Made in Italy, rischiando di svuotare di significato il marchio stesso.

Conseguenze sulla filiera autentica
Le imprese che investono in materie prime italiane, manodopera qualificata e controlli rigorosi devono competere con prodotti a basso costo che non rispettano criteri di origine, qualità o tracciabilità. Questo squilibrio mette a rischio la sostenibilità dei piccoli laboratori artigiani e riduce i margini di guadagno delle imprese genuine.

Strategie per una tutela reale
Secondo l’istituto a tutela dei produttori italiani, le misure necessarie includono: sistemi di tracciabilità digitale lungo tutta la filiera, controlli doganali e online più stringenti e certificazioni che garantiscano l’autenticità del Made in Italy. L’obiettivo è proteggere le imprese reali, salvaguardare i consumatori e rilanciare la credibilità del marchio italiano a livello globale.

Prospettive future
Solo con un approccio coordinato, che unisca controlli, tecnologia e responsabilità aziendale, il Made in Italy potrà tornare a essere sinonimo di qualità e affidabilità. La salvaguardia della produzione autentica non è un’opzione: è la chiave per preservare l’identità, la competitività e l’eccellenza artigiana italiana nel mondo.

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