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2015-01-01

Distretti industriali: vitali e sempre più votati all'estero

Il fatturato delle imprese dei distretti in Italia nel 2010 e' cresciuto dell'8,3%, un valore superiore a quello delle imprese non distrettuali, pari al 6,6%. Su tale differenza ha inciso soprattutto la piu' pronunciata propensione a esportare delle imprese distrettuali, che le ha premiate in un anno di ripresa della domanda mondiale, a fronte di un mercato interno rimasto debole. Il fatturato 2010 e' tuttavia ancora del 10,6% inferiore rispetto al 2008; il divario e' leggermente piu' pronunciato nelle aree non distrettuali (-11,5%).

E' quanto emerge dalla quarta edizione del Rapporto annuale che il Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo dedica all'evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali. Il Rapporto e' stato presentato oggi dal Consigliere Delegato della banca, Enrico Cucchiani, e dal Chief Economist Gregorio De Felice.

In termini di margini operativi netti (in percentuale del fatturato), le imprese dei distretti hanno recuperato 0,6 punti percentuali, all'incirca la meta' di quanto perso dai livelli del 2008. Le imprese non-distrettuali stanno avendo tuttavia una ripresa piu' lenta (il livello del 2008 e' distante ancora un punto). In termini di Ebitda margin, la distanza tra le imprese migliori e quelle peggiori e' stata pari a circa 20 punti percentuali (+15,7% per le migliori e -3,9% per le peggiori). In termini di variazione del fatturato il differenziale tra imprese migliori e peggiori si e' addirittura ampliato.

Nel 2011 il fatturato dei distretti dovrebbe registrare un +8,5% a prezzi correnti, mezzo punto percentuale in piu' rispetto alle aree non distrettuali. I margini operativi dovrebbero poi avere recuperato altri tre decimi di punto. Il biennio 2012-13 si e' aperto all'insegna di previsioni di crescita del fatturato piu' contenute. Nell'ipotesi che i distretti industriali riescano a far leva sulle loro strutturali caratteristiche di dinamicita', si prevede una crescita del fatturato inferiore al punto percentuale nel 2012 e attorno al 3% nel 2013. La maggiore proiezione sui mercati esteri dovrebbe continuare a premiare le imprese distrettuali.

  Il Rapporto si sofferma su alcuni segnali di trasformazione del mondo distrettuale. Emerge una maggiore propensione a investire all'estero delle imprese distrettuali. Attualmente, ogni 100 imprese distrettuali, ci sono 25 imprese partecipate estere; questa quota si ferma a 16 nelle aree non distrettuali. Questo risultato non e' legato all'operare di pochi grandi investitori ma ad una elevata e crescente diffusione dell'internazionalizzazione. La quota di imprese distrettuali con almeno una partecipazione all'estero e' infatti, piu' elevata rispetto alle imprese non distrettuali (6,6% vs. 4,5%). Le imprese non hanno tuttavia perso il contatto con il territorio di origine, dal quale traggono parte della loro competitivita'. E' invece ancora contenuta la presenza di multinazionali estere nelle aree distrettuali italiane. 

Analizzando i dati piu' recenti dello European Patent Office, emerge poi con forza la maggiore e crescente propensione a innovare delle imprese distrettuali rispetto a quelle non distrettuali (16 brevetti ogni 100 imprese contro 12).

Le imprese distrettuali continuano poi ad avvalersi ampiamente dei vantaggi che provengono dalla forma organizzativa a "gruppo" e vi sono segnali di accelerazione del suo utilizzo. Se si tiene conto delle aggregazioni in gruppi per l'anno 2011, la dimensione media delle imprese distrettuali cresce notevolmente (+74% in termini di valore aggiunto), per lo piu' in linea con quanto emerge per le aree non distrettuali.

Le relazioni lungo la filiera sono state tradizionalmente un punto di forza della nostra industria in generale e dei distretti in particolare. Il Rapporto ha evidenziato tuttavia tre criticita'. Le imprese minori hanno avuto piu' difficolta' negli ultimi anni e sembrano pertanto meno attrezzate per gestire la congiuntura negativa che si prospetta per il 2012. Il credito commerciale concesso dalle imprese minori e' continuato a crescere in modo preoccupante a causa delle significative dilazioni di pagamento che devono rilasciare alla loro clientela. Le imprese piu' deboli stanno manifestando una maggiore difficolta' rispetto al passato a trovare soluzioni che le riportino su un sentiero di sostenibilita' economico-finanziaria. Questi tre fattori, con i loro effetti combinati, mettono a rischio l'efficienza delle filiere. Occorre quindi sviluppare iniziative per mantenere la loro integrita'. Uno strumento utile possono essere i Confidi. L'analisi condotta ha mostrato che l'intervento dei Confidi, ex post, ha avuto effetti positivi in termini di crescita.

Fonte: MF Dow Jones

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