Intervista a Federico Ghizzoni (a.d. di Unicredit) sull
Riccardo Marioni di UTV intervista l’a. d. di Unicredit Federico Ghizzoni sull’Italia.
Riccardo Marioni: L’Italia esercita una scarsa attrattiva sugli investitori esteri?
Federico Ghizzoni: Come sapete ho vissuto tanti anni all’estero, il prodotto italiano è ancora estremamente apprezzato, ci sono parecchi investitori stranieri che verrebbero in Italia perché il capitale umano c’è, la tecnologia c’è, il prodotto c’è, il made in Italy e il made in Italy. Non è solo fatto in Italia è un marchio. Poi, noi tutti, dobbiamo creare le condizioni che l’operatore estero venendo in Italia possa operare, in misura più snella, più efficiente e sia protetto. Oggi ci sono difficoltà dal punto di vista amministrativo, giustizia, burocrazia, etc. ecc. Però che l’Italia non sia più un paese attraente, non sono d’accordo.
Riccardo Marioni: anche il piccolo investitore ha fatto esperienza in questi ultimi tempi di termini inusuali come rating, spread, e poiché il rischio di default è sia degli Stati che delle banche, non c’è stata la temuta corsa allo sportello per ritirare i propri soldi ma ancora qualcuno vede con timore i propri investimenti, che siano conti correnti o titoli di Stato. A loro cosa si può dire?
Federico Ghizzoni: Ma noi italiani a volte esageriamo nel piangerci addosso, ci sono dei problemi, ma l’Italia è un paese ancora ricco, non dimentichiamo che la ricchezza delle famiglie italiane è la seconda al mondo, pro-capite dopo il Giappone, l’Italia è un paese ricco, con dei problemi, ma non è un paese in default, non lo sarà mai, non ha bisogno di soldi dal fondo monetario internazionale, dalla comunità europea, sta solo a noi ritrovare la fiducia dei mercati, le banche sono solite, tutte, perché non hanno titoli tossici o problemi o cadaveri nei loro cassetti, quindi dobbiamo guardare con fiducia al sistema e per quanto riguarda i risparmiatori non credo ci siano problemi dal lato dell’investimento in titoli italiani o all’investimento in banche italiane.
Intervista del 25 gennaio 2012.