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2015-01-01

Marche, Europa: made in Italy nel mondo, il contributo del calzaturiero marchigiano

A livello nazionale, le Marche occupano indubbiamente una posizione di rilievo in questo campo dato che il settore in questione costituisce il 76% dell'occupazione manifatturiera complessiva (Osservatorio nazionale dei distretti italiani).  A partire già dalla prima metà dell' '800, la provincia di Macerata, grazie alle sue risorse territoriali, si era imposta come il principale centro dell'arte della concia a livello locale. Oggi gran parte dei distretti calzaturieri italiani sono infatti concentrati nella regione, in particolare nella zona del fermano, meglio nota come distretto fermano - maceratese. Quest'ultimo conta tre poli produttivi principali specializzati per prodotto:


- l’area che circonda il comune di Montegranaro, dove vengono realizzate prevalentemente calzature da uomo;


- la zona di Monte Urano, specializzata nella produzione di calzature per bambino/ragazzo;


- e infine il comprensorio di Civitanova Marche - Porto Sant’Elpidio, dove è concentrata la produzione di scarpe da donna.





"Il successo delle aziende calzaturiere marchigiane va ricercato nella loro creatività e determinazione" - ha affermato il Presidente della regione Gian Mario Spacca in chiusura all'edizione di marzo 2012 del Micam Shoe Event di Milano.





Sempre innovativi nelle loro proposte che uniscono comfort e design, oltre che capaci d'interpretare le esigenze di target di consumatori diversi, gli imprenditori marchigiani hanno saputo far conoscere la qualità delle calzature italiane sui mercati esteri, primo fra tutti quello russo. Secondo i dati raccolti in fiera, la Russia occupa il primo posto sull'elenco dei partner commerciali del settore calzaturiero marchigiano. Le esportazioni verso il paese hanno infatti registrato un aumento pari al 20% rispetto al 2011. Mostra un trend decisamente positivo anche il volume dell'export verso gli altri paesi del BRIC, vale a dire Brasile, India e Cina, ma anche Emirati Arabi Uniti e America centro-meridionale, rispettivamente con un +20% e +24%.





Nel panorama attuale l'internazionalizzazione delle imprese, ovvero l'apertura verso i nuovi mercati globali, si conferma ancora una volta la strada giusta da percorrere verso la crescita, e il mondo delle calzature marchigiano ne è la riprova più significativa.





Il "Made in Italy", famoso per la cura del dettaglio, l'originalità delle forme, la scelta di materiali di prima qualità, continua a "mietere successi" e a essere rinomato in tutto il mondo, specialmente quando si tratta di calzature. Certe aziende calzaturiere marchigiane, inizialmente nate come piccole botteghe di artigiani, hanno saputo rendere i prodotti della regione una sorta di status symbol agli occhi dei consumatori stranieri. Dobbiamo esserne orgogliosi.





Tuttavia l'orgoglio non basta. Occorre anche riconoscere il valore delle scarpe Made in Italy, anche premiando quelle aziende che non hanno de-localizzato e non immettono sul mercato prodotti dal nome italiano ma fabbricati in Vietnam o in Cina. Tuttavia, a riguardo, non ho buone notizie: non é stato ancora approvato il Regolamento UE che impone la marcatura d'origine obbligatoria sui prodotti importati in Europa da altri paesi. Votato a larga maggioranza dal Parlamento Europeo, e dunque adottato in prima lettura legislativa, il Regolamento, benché appoggiato anche dalla Commissione Europea, é bloccato al Consiglio dei Ministri UE, che legiferano come una seconda camera. Un blocco dovuto all'inerzia del governo precedente - che non aveva nemmeno un responsabile addetto al commercio internazionale - e alle altre priorità dell'esecutivo attuale. Questa é però un tema che affronteremo in un'altra occasione.

Fonte: GoMarche.it

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