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2015-01-01

Made in Italy: veneto adotta "Modello Padova" per lotta a contraffazione

Oltre 900 milioni di prodotti nocivi e 30 mila capi di abbigliamento 'taroccati' sequestrati, quasi 2000 persone denunciate, 207 pubblici esercizi chiusi, 76 lavoratori irregolari denunciati e 53 lavoratori in nero, due capannoni abusivi posti sotto sequestro, una decina di arresti, decine di milioni di euro di evasione fiscale rilevata: i risultati di due anni e mezzo di sperimentazione di lotta alla contraffazione e alla pirateria, che attorno a Guardia di Finanza e Prefettura coinvolge un'ottantina di comuni padovani, associazioni di categoria, Nas, i laboratori dell'università di Padova e Regione Veneto (con Ulss e Arpav) sono stati presentati al convegno promosso dal Consiglio regionale del Veneto nel Palazzo della Ragione di Padova, per promuovere “Il modello veneto per il made in Italy”. Il fenomeno contraffazione e pirateria su scala nazionale è dilagante - ha spiegato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Padova Ivano Maccani - sono oltre 700 milioni gli articoli sequestrati nel corso del 2011 dalla Guardia di Finanza di Padova e del Veneto (dai giocattoli ai farmaci, dalle sigarette agli articoli di moda). L'”industria del falso” danneggia l'immagine e l'export del 'made in Italy', trae linfa da criminalità e mafie, alimenta evasione fiscale e lavoro nero, genera profitti persino superiori a quelli del narcotraffico, mette in ginocchio artigiani, commercianti, imprenditori “regolari”, semina disoccupazione e pone a repentaglio la salute dei consumatori. “Dietro i piccoli prezzi - ha avvertito il comandante Maccani lanciando un appello anche alla responsabilità dei consumatori - si nascondono grandi crimini”. “La Regione Veneto ha fatto propria la battaglia a tutela del 'made in Italy'”, ha confermato il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, affiancato dal presidente della commissione Attività produttive Luca Baggio e dal vicepresidente della commissione Agricoltura Graziano Azzalin. Il Consiglio regionale sta lavorando a una legge - ha annunciato Ruffato - “contro le infiltrazioni della criminalità organizzata in particolare nel settore agroalimentare, maggiormente esposto per la rilevanza che ha raggiunto e per i margini di profitto che è in grado di sviluppare”. “Il prossimo passo - ha aggiunto Ruffato - sarà una iniziativa legislativa nazionale che preveda l'obbligo dell'indicazione d'origine delle materie prime che vengono introdotte nel sistema produttivo, rafforzando il marchio 'made in Italy' con l'indicazione della filiera produttiva”. Intanto l'assemblea legislativa regionale ha riunito attorno a un tavolo unico forze dell'ordine, Procura della Repubblica, Camere di commercio e associazioni di categoria, agenzia delle dogane, sindaci e operatori dell'informazione per promuovere il 'modello Padova' e farlo diventare una strategia veneta di contrasto alla cultura dell'illegalità e a tutela del 'made in Italy'. I magazzini dei vigili urbani di Padova (come ha testimoniato il sindaco di Padova Flavio Zanonato) e della Guardia di Finanza sono pieni di prodotti illegali sequestrati: dai capi di vestiario alla bigiotteria, dai prodotti alimentari (deperibili e non) alla rubinetteria, colle, vernici e prodotti per l'edilizia. In prima fila nella lotta all'illegalità, le forze dell'ordine - ha sottolineato il prefetto Ennio Mario Sodano - non possono contrastare da sole un fenomeno diffuso e ramificato, alimentato dalla criminalità organizzata e dai cosiddetti 'paradisi fiscali': Da qui l'appello a tutte le istituzioni, associazioni di categoria, organi di informazione e cittadini a 'fare squadra' per coalizzare gli sforzi e le risorse a difesa della 'concorrenza leale e legale' e del 'made in Italy'. “La battaglia - ha concluso Sodano - è ancora lunga”. Lo comunica in una nota il Consiglio regionale del Veneto.

Fonte: Agenparl

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