Ue, nuove regole sulla qualità per Dop e Igp
Luce verde dei rappresentanti dei 27 ministeri dell'agricoltura europei, oggi a Bruxelles, sul testo di compromesso concordato con il Parlamento e la Commissione Ue per dare vita in Europa ad un nuovo 'quadro' di regole – piu' incisive – per proteggere e promuovere i prodotti agricoli di qualita'. Prodotti, di cui l'Italia e' leader in Europa per numero di Denominazioni d'origine e Indicazione geografiche protette (Dop e Igp) contro imitazioni e falsi.
Il compromesso, su cui ha dato il suo accordo oggi il Comitato speciale agricoltura – copre una parte del 'pacchetto qualita', per una politica di qualita' globale e coerente per i prodotti agricoli e alimentari. Nel compromesso, e nonostante la pressione del Parlamento europeo, manca un punto importante: la gestione dell'offerta per le indicazioni geografiche. Tuttavia, il Consiglio Ue si e' impegnato a discuterne nell'ambito dell'organizzazione comune unica di mercato.
Gia' con l'accordo di oggi si fanno importanti passi avanti. Per la prima volta infatti, l'Europa avra' una politica globale in materia di sistemi di certificazione, riunita in un unico strumento giuridico. Inoltre, saranno piu' veloci le procedure di registrazione dei Dop e degli Igp; verranno chiarite le norme in materia di controlli; l'uso del logo Dop e Igp diventera' obbligatorio; verra' definita una base giuridica per finanziare la difesa del loro comunitario; saranno introdotte regole migliori per le indicazioni geografiche negli accordi bilaterali con i Paesi terzi; verra' riconosciuto anche il ruolo delle associazioni di produttori. Sono previste regole anche le specialita' tradizionali garantite (Stg) che permetteranno di riconoscere prodotti tradizionali sul mercato da almeno 30 anni invece di 50 chiesti dalla Commissione Ue. La Commissione potra' poi decidere, senza passare dal Consiglio Ue, di introdurre nuovi termini di qualita': in primo luogo la definizione ''Prodotto di montagna''. Il regolamento sara' adottato dopo il via libera in Plenaria del Parlamento Ue.
FONTE: BLITZQUOTIDIANO.IT