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2015-01-01

Le costruzioni made in italy vincono all'estero

Il fatturato delle imprese italiane di costruzione realizzato all'estero nel 2011 è pari a 7,8 miliardi di euro, oltre la metà del totale. Un risultato importante, al quale contribuiscono tante realtà del settore, molte delle quali riunite in questi giorni per il Made expo.
L'evento, in corso fino al 20 ottobre alla Fiera di Rho Pero, promuove soluzioni per il recupero edilizio e tecnologie costruttive per la riqualificazione del patrimonio storico e la realizzazione di edifici sicuri ed efficienti, ponendo grande attenzione ai materiali.

In questi campi alcune imprese italiane sono leader a livello internazionale: secondo l'ultimo rapporto Federcostruzioni sulla presenza delle aziende italiane nel mondo, nel 2011 sono stati firmati 239 nuovi contratti oltreconfine del valore complessivo di 12,5 miliardi di euro. Il Sud America continua a essere il primo mercato, con il 32% dell'importo totale delle commesse in corso. A seguire ci sono il Nord Africa e l'Africa Sub-Sahariana (rispettivamente, 12 e 13%). Tra i Paesi in cui le costruzioni italiane si sono affacciate per la prima volta ci sono Portogallo, Ungheria, Gabon, Singapore e Guatemala.
Proprio di internazionalizzazione come via obbligata per il settore si è parlato ieri durante il convegno inaugurale della rassegna: «Siamo in una crisi profondissima – ha detto il presidente di Made eventi, Andrea Negri – e il solo mercato interno ha subito una diminuzione reale del 35% circa. Andare all'estero diventa l'unica chance, tra le più attrattive per continuare a crescere. Grazie a un approfondito lavoro congiunto di associazioni, camere di commercio e operatori, quest'anno abbiamo portato in fiera alcune importanti delegazioni. Oltre alle nostre imprese espositrici sono presenti 92 realtà straniere provenienti da 34 Paesi».

Nell'International business lounge vengono ospitati 50 architetti provenienti da alcuni tra i più importanti studi di architettura degli Stati Uniti, tra cui Gensler, Sidmore e Kok (vedi intervista a pagina seguente). Tra le aziende internazionali presenti in fiera SaudiBinLadin Group, Arabian Costruction Company, Shimizu Corp e la tedesca Wuerth che, a conferma del suo interesse per l'Italia, ha sponsorizzato il restauro della cappella Palatina a Palermo.
La recente acquisizione del 100% delle quote di Made eventi da parte di FederlegnoArredo ha sancito una nuova strategia per l'evento, e l'internazionalizzazione – così come per i Saloni di aprile – è la linea guida comune. All'evento di apertura Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni, ha presentato uno studio realizzato dal Cresme sul mercato mondiale dell'edilizia, con un focus sull'export e spunti di riflessione per il rilancio del settore.
Secondo le previsioni annunciate, alla fine del 2012 la crescita delle costruzioni nel mondo (+4,1%) sarà maggiore di quella del Pil: «Se prima dell'esplosione della bolla immobiliare – dice il Cresme – gli investimenti in costruzioni avevano mostrato una crescita decisamente più accentuata del Pil, durante la fase recessiva la flessione è risultata più marcata a causa dell'andamento del mercato residenziale che ha indotto un comportamento pro-ciclico e innescato la crisi finanziaria mondiale». Dal 2006, però, gli investimenti infrastrutturali hanno ricominciato a crescere, spinti dalle economie emergenti. Il Cresme prevede il prossimo picco mondiale nel 2016, quando lo sviluppo economico in certi Paesi (tra cui bisognerà inserire anche molte nazioni africane) avrà bisogno di infrastrutture produttive e sociali, industrie, spazi commerciali e abitazioni per una popolazione in continua crescita.

Questo non vuol dire che in Occidente il mercato delle costruzioni si fermerà: nel 2006, quando si è registrato il picco della nuova produzione, gli investimenti in opere rappresentavano il 60% del mercato europeo e il 70% di quello nordamericano. Oggi, a distanza di soli 5 anni, quasi la metà degli investimenti in Europa sono rappresentati da interventi di riqualificazione: il 65% in Germania e Italia, il 54% in Francia, il 44% in Spagna. E anche nel Nord America il mercato del rinnovo dell'esistente detiene una quota superiore al 35 per cento.

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