L'Europa boccia "Made in Italy"? «Nessun dramma. La qualità vince»
Prima e dopo il "made in" c'è la qualità. E il cliente sa riconoscerla comunque.
Pur non prendendo a cuor leggero la decisione della Commissione europea di ritirare la proposta di regolamento sul "made in", c'è chi non ne fa un dramma.
Tra questi ci sono Alberto Baldissara, giovane imprenditore bustocco che nei giorni scorsi ha dato vita a un nuovo "concept store" nella sua città; e Alessandro Colombo, collaboratore dell'azienda Ndr, che è intervenuto all'inaugurazione di "Sbam", nuova realtà dedicata al design e ai giovani talenti, trattando insieme al presidente del Distretto del Commercio di Busto Arsizio Rudy Collini il tema "Reti di impresa e Made in Italy contro la crisi economica".
«Oggi in un mondo globalizzato il made in è un brand, ma il cliente, che è sempre più attento alla qualità e al prezzo giusto, sa comunque riconoscere le differenze tra i prodotti e sa distinguere quelli fatti bene», sostiene Baldissara, che con l'apertura di "Sbam" intende creare una nuova modalità di relazione tra aziende, giovani creativi, made in Italy e mercato internazionale, dando vita al concetto di rete di impresa spinto dalla Camera di Commercio di Varese.
Secondo il giovane imprenditore di fronte alla qualità «la risposta dei clienti è premiante comunque».
Lo stralcio della proposta di regolamento Ue sull'etichettatura obbligatoria «è un danno per l'immagine - interviene Alessandro Colombo - ma ciò che conta è il prodotto finito. Noi come Ndr abbiamo puntato tutto sul made in Italy, ci crediamo moltissimo». A seguito di questo «riteniamo che ci saranno delle difficoltà, ma la qualità del prodotto fa comunque la differenza, si riconosce. Il made in - conclude - è la conseguenza dell'eccellenza».
FONTE: LAPROVINCIADIVARESE.IT