Nei distretti le esportazioni arrivano fino al 90% della produzione
La quinta edizione del Rapporto del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, pur mettendo in evidenza la battuta d’arresto causata dalla crisi, fa notare come lavorare associati paghi. Innanzitutto sotto il profilo delle esportazioni, fondamentale motore di traino dell’economia italiana: se in media in Italia nel biennio 2011-2012 ha esportato il 29,5% delle imprese, per quelle “distrettuali” la percentuale sale al 40,9%. Se il numero delle partecipate estere ogni 100 in Italia si ferma a 24,9, per i distretti il numero sale a 34,2. La maggiore vivacità dei distretti viene confermata anche dai brevetti: 32 ogni 100 imprese “singole”, 45,1 ogni 100 per quelle associate nei distretti. E così i marchi: 20,7 contro 39,4.
Questo non significa che la crisi non sia arrivata anche ai distretti: per quest’anno la crescita prevista è modesta, 1,1%.
L’elevata propensione all’esportazione è il punto di forza dei distretti industriali, ma è anche vero che i distretti industriali sono le aree di forza delle esportazioni. Ci sono alcune aree dove le percentuali di prodotto esportato sono altissime: si va dal 90% delle macchine da imballaggio del distretto di Bologna al 70% del prosciutto affettato del distretto di Parma all’80% degli occhiali del distretto di Belluno. E’ la formula che aiuta a vincere i problemi creati dalle dimensioni “micro” delle imprese italiane. Ed è da qui che probabilmente partirà la ripresa: per il 2014 si prevede un aumento del fatturato del 4%.
FONTE: REPUBBLICA.IT