Dal Made in europeo escono design e gioielli
Il Made in ottiene una mezza vittoria in Europa.
Prosegue il suo iter per l’approvazione, a dispetto del forte ostracismo dei Paesi del nord, ma in versione ridotta. La Commissione Ue, ieri in una riunione a porte chiuse, proporrà a fine maggio al Consiglio di arrivare all’introduzione di una normativa che prevede l’indicazione di provenienza per i prodotti importati per tre dei cinque settori previsti inizialmente.
Restano quindi nel paniere Made in il tessile, le calzature e le ceramiche ed escono il legno-arredo e i gioielli. La decisione della Commissione recepisce gli esiti dello studio commissionato da Bruxelles sul rapporto costo-benefici dell’iniziativa sulle diverse categorie di prodotti. Ora si apre quindi la partita al Consiglio dove si discuterà la possibilità di una applicazione graduale sperimentale di cinque anni (ma, secondo fonti Confindustriali, si potrebbe scendere a tre anni) prima di arrivare a una armonizzazione definitiva.
Prossimo appuntamento sarà il Consiglio di competitività del 28 maggio e qui l’Italia proverà a riportare all’attenzione dell’Europa tutti e cinque i settori. Prima di questo, però, sono previsti incontri tra il gruppo di lavoro dei 28 ministri Ue responsabili per la competitività. Il primo sarà martedì prossimo, cui seguirà la riunione degli ambasciatori dei 28 fissata per il 20 maggio.