Expo, i souvenir dell
Expo 2015 fra polemiche e migliaia di visitatori è iniziato da 15 giorni. E le iniziative all’interno dei Padiglioni continuano a ritmo serrato. Al di là delle opinioni, della lotta fra Davide e Golia, dell’antitesi fra il ‘sostenere il Pianeta’ mentre lo si succhia dei suoi beni, ci si augura che possa essere almeno la chiave di volta per dare linfa al settore turistico in Italia. Già perché il Belpaese nonostante sia la Nazione al mondo con il maggior numero di siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, nonostante le sue innegabili e straordinarie bellezze, ha tante carenze dal punto di vista strutturale che le fanno perdere punti e preziosi turisti.
Spesso a non aiutare la crescita del comportato turistico – al di là di problematiche burocratiche, inciviltà varie che sono sempre sotto i nostri occhi – sono anche quelle ‘piccole’ disattenzioni da parte di chi il comportato turistico lo dovrebbe promuovere. Insomma un corto circuito. Basti pensare al sito ‘Verybello.it’ che doveva far decollare gli eventi culturali in Italia sulla spinta dell’Expo, ma già dal nome, un mix di anglo-italiano che depaupera la nostra lingua e ci rende provinciali anziché internazionali, si rivela un flop.
E disattenzione per l’Italia è anche vendere all‘Expo, nel Padiglione Italia, souvenir del nostro Paese ‘made in Bangladesh’. Ora, è davvero il colmo che proprio lì dove ci si vanta del ‘Made in Italy’ , dei nostri prodotti, delle nostre fabbriche manifatturiere, una maglietta con scritto ‘Italia’ sia stata prodotta dall’altra parte del mondo. E sarebbe interessante anche sapere quanto sia stata pagata, se il lavoro dei bengalesi sia stato retribuito regolarmente. Perché se è ormai consuetudine – il che non significa che sia corretto, né tanto meno giustificabile – che le stoffe si comprino in un luogo e poi si cucino in un altro (e il tutto solitamente nel sud est asiatico che costa meno) e si vendono in un altro ancora, ci si aspetterebbe che almeno quando si promuove il prodotto Italia ci sia dell’ attenzione.
Il disegno, assicurano, è tutto italiano. Ma sull’etichetta – come evidenziato da un articolo apparso su Repubblica.it – delle magliette vendute nel negozio di Padiglione Italia si legge “Made in Bangladesh“. Tutti i padiglioni dei Paesi hanno uno spazio per i souvenir ed i gadget interpretati secondo le proprie tradizioni. Nello spazio dell’Italia si trova davvero di tutto: dai grembiuli alle calamite ai cappelli da chef. E poi ci sono le tazze con scritto ‘viva l’Italia’ che sono”Made in China”.
[fonte: viagginews.com]