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2015-01-01

Rilancio dell'occupazione: proposta di Confapi per creare nuove micro imprese

Premesso che il soggetto che perde il posto di lavoro fra il periodo di cassa integrazione e la successiva mobilità rappresenta per lo Stato un costo di oltre €. 50.000.00. Premesso che gran parte dei soggetti agli ammortizzatori sociali preferisca una nuova opportunita' di lavoro, spesso desidera reinventarsi un lavoro come micro imprenditore vista la difficoltà nel trovare un nuovo posto di lavoro.

Premesso che in Italia vi sono un’infinita' di opportunita' nel mondo della ristorazione, turismo, made in Italy alimentare e dello stile, come in altri settori dell'artigianato di qualita'.
Premesso che in alcuni settori sopra indicati come la panificazione, la ristorazione, gelateria, pizzeria, bar e i pubblici esercizi in genere vista la necessità di lavorare nei giorni festivi, di notte e comunque quando la maggior parte delle persone si diverte fa si che grande sia la richiesta di operatori e difficile e' il ricambio generazionale fra soggetti dello stesso nucleo familiare, spesso le attivita' vengono cedute con una enorme difficolta' nel reperire potenziali acquirenti anche a causa della difficolta' dell'accesso al credito.
Premesso che molti soggetti invece di usufruire degli ammortizzatori sociali potrebbero essere indirizzati a questi nuovi lavori magari assumendo soggetti anche essi in mobilita' o precari.

Considerato pero' che seppurre siano state semplificate le procedure per l'apertura di una nuova impresa, l'accesso al creato e' praticamente impossibile per le nuove partite I.v.a. se non sono in grado di fornire almeno un bilancio relativo al primo esercizio. "Su questo argomento le banche negano la realtà e non ammettono che da un anno le nuove attività non si finanziano più, neppure in presenza di un confidi e le minime garanzie".
Il sistema e' avvitato su se stesso, apri facilmente un'attivita' pero' per finanziarla bisogna avere aperto da almeno un anno e dimostrare di avere un lavoro e soprattutto un reddito sicuro, senza parlare di quali e quante garanzie.
Come possono finanziare questi soggetti un'iniziativa per chiamarsi fuori dallo stato di precarieta'?
Il sistema bancario non finanzia le nuove imprese se non dopo il primo anno di attivita' e solo in presenza di garanzie concrete "immobiliari" e solo nella sale misura del 40 massimo 50% del reale fabbisogno finanziario esclusa I.v.a. che comunque rappresenta un costo da sostenere in fase di partenza.

Ad esempio di fronte ad un fabbisogno finanziario di €. 100.000.00 + I.v.a. €. 121.000.00 al massimo e solo in presenza di reali grosse garanzie e compreso l'aiuto di un confidi, in un tempo indefinito, spesso biblico, il nostro precario potra' contare al massimo su un finanziamento di €. 40.000.00, i restanti €. 81.000.00 li dovra' approntare come proprio capitale, come potra' mai riuscire a realizzare il proprio progetto?
Spesso questi soggetti sono cinquantenni che hanno o stanno perdendo il proprio lavoro di una vita con un figlio ventente che per i prossimi decenni restera' uno dei tanti precari i quali con un piccolo intervento Statale potrebbero ricollocarsi sul mercato del lavoro come micro imprenditori, in settori dove la prestazione d'opera se apportata da soggetti di uno stesso nucleo familiare rappresentano il sicuro successo dell'attività.

Come fare? Se il sistema bancario vuole essere garantito al 100% e vuole almeno un bilancio consolidato?
Senza la possibilita' di ricollocare lo sventurato precario lo Stato spenderà non meno di €. 50.000.00 con un costo che aggrava ulteriormente il debito pubblico.
Se pero' lo Stao creasse un confidi di solidarieta' Nazionale di terzo livello, che garantisca per il 50% il neo imprenditore, sulla base di progetti semplici ma sostenibili, con presentazione di businness plan e affidandogli un tutor che monitorizzi i soggetti beneficiari, unitamente al 50% garantito dal confidi di secondo livello, il sistema bancario sarebbe garantito al 100%  e potrebbe essere obbligato con una apposita legge a finanziare fino all'80% del reale investimento comprensivo di I.v.a. e il progetto potrebbe essere realizzato.

Potrebbe essere attribuito un maggiore punteggio a coloro che si impegnano ad assumere un soggetto anch’esso in mobilità, con un risparmio doppio per la spesa pubblica.
Il denaro che virtualmente serra' impiegato per il fondo di garanzia, in realta' è denaro frutto di un risparmio e salvo sofferenze sara' in gran parte utilizzabile allo scadere della grazia per coprire il detto pubblico, rappresentando un reale risparmio per il bilancio dello Stato, considerato l’enorme numero di cassaintegrati che potrebbero essere ricollocati con l’incentivazione a creare nuove imprese o a rilevare imprese esistenti, il risparmio sarebbe enorme.

Ovviamente questa e' solo una proposta che va strutturata, perfezionata, resa operativa tenendo in considerazione tutti gli aspetti che potrebbero sfuggire a chi come me vede il problema dalla base, ma è dalla base che gli aspetti del problema si colgono nella loro cruda realtà.
Interventi tampone ne sono stati messi in atto ma la maggior parte di essi vanno a ridurre il tasso di interesse e addirittura a fondo perduto sulla quota capitale e rivolta a tutti, ma se il soggetto non può accedere al credito tutti gli interventi posti in essere fino ad ora non risolvono il problema.

Le banche vogliono garanzie per ridurre la quota da depositare a garanzia di ogni prestito in Banca D’Italia, quota che viene trattenuta dal finanziamento erogato, A mio modesto parere il denaro risparmiato potrebbe essere depositato nelle casse degli istituti di credito creando loro la liquidità mancante per erogare i suddetti finanziamenti.

Fonte: Confapi Ancona

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