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2015-01-01

Carrara: cresce export di marmo e graniti

Il risultato delle esportazioni italiane di marmi, graniti, travertini e altre pietre, sia grezzi sia lavorati, si è confermato all’interno di un trend positivo anche nei primi otto mesi del 2011 con un export di 2 milioni e 700 mila tonnellate per un valore di 1 miliardo 81 milioni e 800 mila euro in tutto, con un incremento, rispetto agli stessi mesi del 2010, pari al +4,7% in valore e con un -4,4% in quantità. I dati, su base Istat, sono stati elaborati dall’ufficio studi dell’Internazionale Marmi e Macchine di Carrara.

Se ci si limita alle voci più importanti per settore (marmi e graniti in blocchi, lastre e lavorati), appare, per la prima volta nel 2011, segno negativo sui volumi esportati mentre permane il segno postivo nel confronto sui valori. Le oscillazioni dei dati si riflettono soprattutto sui “lavorati”, dove si mantengono positivi i lavorati in granito, mentre faticano un po’ quelli in marmo e travertino mentre nelle esportazioni di blocchi, grezzi e semi grezzi, affiorano le difficoltà dell’area nord africana interessata fin dall’inizio di anno da profondi sconvolgimenti.
Da tempo, infatti, la sponda meridionale del Mediterraneo rappresenta un’area molto importante per l’export di marmi, e le recenti vicende politiche e belliche incidono anche sul dato settoriale. Oltre alla dinamica che tocca le voci relative alle classi più importanti dell’export italiano, è utile considerare anche le aree di mercato che maggiormente interessano il settore italiano delle pietre ornamentali.

L’Unione Europea, con i suoi 348 milioni di euro nei quali si sommano tutte le voci dell’export, presenta un trend migliore della media sia per i dati positivi di Germania e Francia, tra i Paesi più tradizionali, sia per l’export verso Polonia, Ungheria, Slovenia, Slovacchia e Svezia.
Nell’Europa non comunitaria, che ha superato i 150 milioni di euro, hanno avuto un ruolo molto significativo la Svizzera con la Federazione Russa seguite dalla Croazia già significativa. Il calo l’area africana, nel suo insieme, ma particolarmente il Nord Africa (dove l’Italia segna un export di 432.371 tonnellate per un valore di 54.845.562 ), fa prevedere una perdita su base annua è attorno al 25% sui valori e superiore al 27% sui volumi, mentre nell’area restano positivi solo Marocco e Algeria.

Il Nord America ( con gli USA in testa), mantiene il segno “meno”, sia pure per pochi decimali, rispetto al 2010, con 129.561 tonnellate per un valore di 173.594.415 , nonostante presenti un’importante ripresa delle voci di export relative ai blocchi e lastre, sia di marmo che di granito. C
on peso minore, anche se l’area è complessivamente in crescita, il Sud America, con saldo positivo grazie al Brasile, ma è positivo anche il Medio Oriente, per le importazioni di Arabia Saudita, Kuwait e Qatar.
Più complesso e contraddittorio il consuntivo dell’Estremo Oriente, che presenta valori in rialzo ma con volumi in calo per quasi tutte le voci, e soprattutto con tendenze incerte su India e Cina, dove reggono un po’ solo i marmi. Si conferma contenuto, e positivo solo sui valori, l’export verso l’Oceania, dove l’Australia copre da sola l’intero flusso di materiali italiani verso l’area.

Le importazioni si presentano, nei primi otto mesi del 2011 sostanzialmente stabili: un milione e 200 mila tonnellate per un valore di 284 milioni 855.365 euro, con un calo sensibile per i grezzi di marmi e travertini, compensato da un leggero aumento dei graniti con un dato complessivo che, per il periodo considerato, necessita di una lettura più puntuale possibile solo nei prossimi mesi soprattutto perché il 2011 è profondamente segnato da avvenimenti esterni al settore e al Paese.

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