Macchine per il legno: il 2011 si chiude con +5,8%
Secondo i preconsuntivi elaborati dall’Ufficio studi di Acimall (Associazione costruttori italianimacchine ed accessori per la lavorazione del legno), il 2011 per il settore della macchine per il legno si chiude in positivo, con una crescita del 5,8%. Dato positivo, ma non in linea conle performance registrate nel primo semestre e soprattutto non sufficiente a tornare ai livelli pre-crisi. “Fatto 100 il numero indice del settore nel 2000, - scrive Acimall in una nota - oggi siamo attorno a quota 70”.
“Se il primo semestre aveva indotto a un certo ottimismo – commenta Dario Corbetta, responsabile dell’Ufficio studi di Acimall – la seconda metà dell’anno ha chiarito quanto sia improbabile che tutto possa tornare come prima in un breve lasso di tempo. Come abbiamo avuto purtroppo modo di sottolineare nel preconsuntivo 2011, il settore rimane in una condizione di sofferenza, con una offerta che continua a essere superiore alla richiesta”.
Bene le esportazioni, cresciute di oltre il 10 per cento e con Francia e Germania quali primi Paesi di destinazione, a cui fa da contraltare una decisa contrazione delle importazioni, che contribuiscono a ribadire in modo netto lo stop degli investimenti in tecnologia per la trasformazione del legno, soprattutto di “fascia alta”, nel nostro Paese (il consumo apparente diminuisce del 9,5 per cento rispetto al 2010). La seconda metà dell’anno ha purtroppo smentito i segnali positivi del primo semestre, con una difficoltà di lettura che impedisce una chiara visione di quanto stia accadendo nel settore con nicchie di mercato come la tecnologia per il serramento e le costruzioni in legno che hanno avuto un buon andamento e andamenti molto discordanti tra aziende che operano sugli stessi mercati con prodotti simili.
“L’internazionalizzazione è sempre il tema dominante – conferma Dario Corbetta – ma in uno scenario che è cambiato completamente. Oggi i mercati sono molto più complessi ed esigono comportamenti diversi, un impegno sempre più forte: il “made in Italy” si trova a proporsi in piazze sempre più affollate, Paesi dove è indispensabile essere presenti in modo costante, con continuità. Una realtà che vale per tutti i comparti, ma in modo particolare dove la concorrenza di produttori di tecnologia da Paesi emergenti è forte, dove c’è maggiore richiesta di macchine con un minore contenuto tecnologico, di sicurezza per l’operatore, di innovazione. Oggi più che mai è indispensabile presentarsi ai propri clienti o potenziali tali attraverso fiere, riviste di settore, attività costanti”.
Fonte: GuidaFinestra.it