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2015-01-01

Contraffazione: in Commisione Parlamentare si studiano possibili rimedi

La Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria commerciale della Camera dei Deputati ha svolto ieri una importante seduta finalizzata ad analizzare e trovare dei rimedi ad un problema grave per i settori produttivi e commerciali. All'audizione ha partecipato anche la CNA Federmoda, rappresentata dal responsabile nazionale, Antonio Franceschini, il quale ha comunicato i dati sul fenomeno ed ha presentato il lavoro che l’Unione delle imprese del sistema moda di CNA sta ormai da anni svolgendo per contrastare il fenomeno.

Franceschini ha sottolineato che la lotta alla contraffazione rappresenta una delle linee prioritarie d’intervento; in particolare «la contraffazione, come noto, produce enormi danni al sistema economico e sociale inteso in senso lato, ma il falso non danneggia solo i prodotti copiati, ma anche i “non-marchiati” a causa dell’ingenerarsi di una concorrenza economica scorretta e culturalmente malsana. Danneggia inoltre quel sistema fatto da imprese contoterziste che operano in maniera trasparente e rispettosa delle regole». Il responsabile ha poi proseguito dicendo che «quando si parla di merci contraffate il pensiero inevitabilmente va a prodotti che recano marchi riproduzioni di marchi d’impresa registrati o a prodotti che sono copie perfette di quelli coperti da brevetti o copyright. Esiste però un’altra contraffazione che è quella del marchio di origine o dell’indicazione geografica di provenienza delle merci. E’ un danno grandissimo quello derivante alle imprese del settore moda dalla indebita, o falsa, indicazione Made in Italy, specie nelle esportazioni, poiché alle lavorazioni italiane viene riconosciuto dai mercati un valore aggiunto».

Fonti INDICAM, WTO e OCSE, stimano tra il 7% e il 20% il peso delle vendite di merci contraffatte sull’intero commercio mondiale (il 20% riguarda tessile, moda e abbigliamento, nell’UE si stima un 22%). In Italia si parla di un valore d’affari stimato in 7 miliardi di euro, il 50% di questi è riferito all’area tessile, abbigliamento, pelletteria e calzature. Si stima, inoltre, che sono 270.000 i posti di lavoro persi negli ultimi dieci anni a livello mondiale a causa della contraffazione, 125.000 di questi nella Comunità Europea.

Di canto suo l’OCSE segnala particolare attenzione al fenomeno e alle sue connessioni con elementi del  terrorismo internazionale e delle organizzazioni criminali. Si stima che a livello mondiale, entro l’anno 2015, il settore del falso costerà alla comunità circa 1.700 miliardi di dollari e che il fenomeno crescente metterà, nel periodo, a rischio ogni anno  2,5 milioni di posti di lavoro regolare, stime ICC (Camera Commercio Internazionale).

Per i vertici CNA Federmoda, questa problematica deve essere affrontata e combattuta, senza se e senza ma, dal Paese intero come Istituzioni, sistema delle rappresentanze e cittadini. Una partita complessa che deve essere giocata giorno dopo giorno. E’ necessario quindi, che le istituzioni inizino ad adottare una forte e continua azione di sensibilizzazione sul consumatore. Occorre un’azione decisa, partendo specialmente dai giovani, perché si perda nel consumatore la percezione diffusa secondo cui la contraffazione è da un lato un problema limitato alle griffe più famose e all’industria dell'audiovisivo e dall'altro una forma di sostentamento di immigrati e disoccupati.

Secondo Franceschini «è necessario far comprendere che la contraffazione è in realtà un fenomeno criminale al pari di altri; un fenomeno molto ampio, complesso e gestito in modo imprenditoriale da gruppi criminali organizzati in grado di muoversi abilmente sia nel mercato illegale sia nell'economia legale e capaci di gestire un universo di persone,  e tra queste anche bambini, impiegate in un lavoro totalmente al di fuori delle regole, che spesso è più vicino a forme di schiavitù che di sfruttamento dei lavoratori. È necessario far comprendere che le produzioni contraffatte mettono a serio rischio la salute del consumatore perché spesso prodotte al di fuori del rispetto di ogni regola, contengono sostanze nocive per l’uomo.
Merci che non rispettano nel loro ciclo produttivo le norme di tutela per l’ambiente. È necessario far comprendere che non sono secondarie le implicazioni determinate dalla stretta correlazione tra il fenomeno della contraffazione e le attività del crimine organizzato; infatti la casistica internazionale conferma il legame tra la contraffazione e il riciclaggio di denaro sporco. È necessario rendere noto che i proventi derivanti dal settore del falso vengono poi impiegati dalla criminalità anche per potenziare le sue attività di traffico di sostanze stupefacenti, di esseri umani, di armi
».

Per tutti questi motivi la CNA Federmoda, ha deciso di intraprendere già da svariati anni, degli incontri formativi presso le scuole italiane per dare informazione del fenomeno e delle sue implicazioni agli studenti. «E’ questo a nostro avviso uno dei punti nevralgici dell’azione che deve essere condotta, partire dai giovani per coinvolgerli e sensibilizzarli al tema, l’acquisto di merci contraffatte non deve essere considerato un gioco o un mezzo per costruirsi un’immagine fittizia. – ha ribadito Franceschini – Si deve far cultura su questo versante, i giovani devono capire e prendere consapevolezza di ciò che si muove dietro alla contraffazione, soprattutto poi per la specificità dei prodotti moda devono acquisire cultura della qualità, del valore intrinseco di un buon prodotto, del valore aggiunto dato dal saper fare».

Fonte: Modaportele.com

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