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2015-01-01

Duemiladodici, la svolta

“Il duemiladodici sarà l’anno della svolta”. L’anno in cui finalmente le startup innovative e tutto il mondo che le supporta assumeranno carattere di protagonismo nel contesto economico, faranno finalmente vedere tutto il loro valore, diventeranno il punto di attrazione per istituzioni, associazioni di categoria, economisti, distretti industriali, mondo bancario che finalmente comprenderanno come quella della creazione d’impresa innovativa è l’unica strada possibile per rinnovare il tessuto industriale ed economico del Paese al fine di mantenere elevata la competitività e per risolvere altri problemi come il lavoro dei giovani, la fuga dei cervelli. “Il duemiladodici sarà l’anno della svolta”, è affermazione che si sente pronunciare sempre più spesso, anche da chi in questo mondo delle startup innovative ci lavora, ci investe tempo e denaro, ci si impegna e lo ha scelto come carriera professionale.
Si tratta di un eccesso di ottimismo? Forse, ma difficilmente gli attori dell’ecosistema, benché ottimisti lo siano per natura altrimenti farebbero altro, si lasciano andare a facili entusiasmi. Ci sono quindi segnali, anche di rilievo, che fanno intuire come l’anno in corso può riservare qualche significativa soddisfazione. Si può quindi argomentare questa affermazione previsionale partendo da alcuni elementi significativi.
Per cominciare ci sono i dati. Innov’azione in questo numero pubblica i risultati della ricerca Statup Numbers condotta da Matteo Panfilo con il supporto di Startupbusiness (di cui un’anticipazione è stata data nelle scorse settimane da Il Sole 24 Ore), dati che fotografano per la prima volta il lavoro dei fondi di venture capital che operano in Italia, sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo. Tra i tanti dati che emergono dall’indagine c’è quello dalla potenziale disponibilità di fondi ancora da spendere che potrebbero servire per sostenere circa 160 nuove startup e c’è la presa di coscienza che se i giovani aspiranti imprenditori italiani hanno buone idee e buonissime competenze di tipo tecnico, molto ancora devono lavorare per colmare le lacune di carattere manageriale. Per questo motivo, ed ecco un altro segnale, è in crescita l’attività degli incubatori che sempre più spesso stringono accordi con i fondi di investimento, per questo i fondi hanno iniziato ad avviare programmi di formazione specifici (si veda per esempio l’articolo dedicato al progetto Seedlab in questo numero nel contesto dell’ampia sezione speciale dedicata agli incubatori), per questo motivo gli investitori sempre più spesso tendono ad affiancare alle classiche attività di scouting come la raccolta di business plan tramite i canali più consueti come le application form sui siti web o la partecipazione a business plan competition, anche attività più profonde che li vedono compiere incursioni in università e centri di ricerca al fine di individuare non solo buone idee e altrettanto buoni progetti ma anche talenti, e lavorare così per costruire da zero il team di persone attorno a una buona idea, per pescare i deal più promettenti ancora prima che questi diventino business plan e si presentino alle pitching session. 
Un altro segnale che fa riferimento sempre agli investitori coincide con la fase di raccolta fondi che vede impegnati alcuni dei principali operatori italiani come 360 Capital Partners, Innogest, Finlombarda Next e anche EarlyBird, il venture capital tedesco che sta avviando il fondo in Italia. Questo passaggio è importante perché questi venture capital hanno prodotto la prima ondata di investimenti con i fondi precedenti e ora si trovano nella necessità di rinnovare presso gli investitori la fiducia nei loro strumenti ed è chiaro che se le nuove raccolte avranno successo, come sta effettivamente avvenendo, ciò si tradurrà in un importantissimo stimolo allo slancio e al rafforzamento della fiducia per tutto l’ecosistema.
Sulla sponda delle startup è invece il moltiplicarsi dei settori dove è potenzialmente possibile esprimere l’innovazione a dare segnale di sviluppo. Stanno emergendo settori che fanno da collante tra le tecnologie più avanzate, comprese quelle digitali, e le tipicità del tessuto industriale del Paese che ancora ruota attorno alle piccole e medie imprese manifatturiere. Progetti innovativi legati alla robotica a basso costo per i più diversi contesti applicativi (dal gioco alla domotica), alla prototipazione rapida, alla stampa tridimensionale, ai dispositivi medicali di nuova generazione, alle soluzioni per la mobilità e le smart city, costituiscono una sorta di evoluzione dell’innovazione digitale più ‘tradizionale’ verso un contesto manifatturiero, progetti che, benché forse maggiormente capital intensive rispetto al digitale più tradizionale, sono più vicini alle effettive richieste del mercato industriale, aspetto che si traduce in maggiore potenzialità di exit per gli investitori.
Altri segnali di accelerazione arrivano dal contesto normativo. È delle scorse settimane l’approvazione del decreto legge che include nuove normative a sostegno delle attività di venture capital e la possibilità della creazione semplificata di imprese a responsabilità limitate per chi ha meno di 35 anni, le cosiddette Ssrl che abbatte costi e tempi e snellisce le procedure per la creazione di una nuova società. C’è poi la decisione di dedicare 50 milioni di euro del Fondo italiano di investimento agli investimenti in venture capital, decisione importante perché frutto del lavoro dell’Associazione italiana del venture capital e del private equity che giunge in un momento chiave che coincide, come detto, la fase di fund raising di alcuni tra i principali operatori.
Se a tutto ciò si aggiunge la crescente attenzione per il fenomeno delle startup innovative anche da parte dei media più generalisti, compresi quelli che trattano il tema con piglio più folkloristico che economico, non è da escludere ch il duemiladodici se non proprio quello della svolta possa rivelarsi un anno importante per la crescita dell’intero ecosistema a sostegno della nuova cultura dell’imprenditoria innovativa.

Fonte: Lobbyinnovazione.it

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