2015-01-01
Moda: eticita' e responsabilita' sociale
Una promettente “rivoluzione” industriale si sta realizzando nel mondo della moda. Questo settore più di altri è orientato nei suoi comparti maggiormente innovativi a ricercare soluzioni produttive che ne migliorino l’impatto ambientale e introducano allo stesso tempo criteri di eticità e responsabilità sociale, coinvolgendo anche i propri consumatori in un’interazione più matura e consapevole.
Il Consolato britannico di Milano, in collaborazione con Camera nazionale della Moda italiana, prosegue il suo impegno su questi temi proponendo una nuova iniziativa: Sustainable Fashion: an Industry R-Evolution. Stilisti, designer ed esponenti del mondo accademico e industriale italiani e britannici avranno l’opportunità di discutere alcuni dei cambiamenti più interessanti legati alla sostenibilità ambientale e sociale che stanno positivamente cambiando l’intera filiera produttiva.
Il premier britannico D.Cameron ha recentemente rimarcato l’intenzione di rendere il suo Governo il più “verde” che la Gran Bretagna abbia mai sperimentato, con un impegno a 360 gradi per garantire una crescita economica che sia anche sostenibile. Green is GREAT, recita lo slogan della campagna governativa del Primo Ministro Cameron, attualmente in corso per promuovere l’eccellenza britannica. Il mondo della moda britannico ha infatti già risposto con prontezza, registrando una crescita costante del numero di aziende che producono beni eco-sostenibili.
La giornata del 14 marzo ha rappresentato un momento di riflessione e approfondimento su come raggiungere risultati ancora più positivi. Il programma, che si è aperto con il saluto del Vice Ambasciatore britannico C. Sainty e quello di M. Boselli e A. Zegna di Camera nazionale della Moda italiana - rispettivamente Presidente e Vice Presidente con delega al tema Ecologia ed Ambiente – ha visto i contributi provenienti da un ampio spettro di esperienze e prospettive: dalla presentazione del set di strategie sostenibili elaborate all’interno del progetto Textiles Environment Design (TED) del Chelsea College of Art and Design, all’innovativo approccio al design del Centre for Sustainable Fashion del London College of Fashion, ad una panoramica delle collaborazioni instauratesi tra mondo accademico ed alcuni dei brand più rappresentativi a livello globale del calibro di Gucci, Puma, e ISKOTM, dall’analisi dell’atteggiamento dei consumatori alla prospettiva delle aziende, per alcune delle quali la sostenibilità è ormai diventata parte integrale ed irrinunciabile di business.
La Camera nazionale della Moda italiana ha poi presentato nell’occasione i risultati della prima indagine sulla Responsabilità Ambientale e Sociale condotta tra tutti gli associati con l’obiettivo di comprendere azioni, aspettative e bisogni.
All’indagine hanno risposto imprese che rappresentano il 30% del fatturato degli associati: si tratta di un campione significativo, nel quale sono presenti medie e grandi imprese che gestiscono marchi importanti del Made in Italy. “I risultati - ha dichiarato A. Zegna - mostrano un radicamento dei temi della responsabilità sociale e protezione dell’ambiente nella tradizione produttiva del Made in Italy. Le nostre imprese sono cittadine del territorio e, in un contesto di mercato globale in rapido mutamento, dovranno sempre di più puntare sulla qualità del prodotto, del lavoro e dell’ambiente per continuare a creare valore aggiunto ed essere competitive”.
Il Consolato britannico di Milano, in collaborazione con Camera nazionale della Moda italiana, prosegue il suo impegno su questi temi proponendo una nuova iniziativa: Sustainable Fashion: an Industry R-Evolution. Stilisti, designer ed esponenti del mondo accademico e industriale italiani e britannici avranno l’opportunità di discutere alcuni dei cambiamenti più interessanti legati alla sostenibilità ambientale e sociale che stanno positivamente cambiando l’intera filiera produttiva.
Il premier britannico D.Cameron ha recentemente rimarcato l’intenzione di rendere il suo Governo il più “verde” che la Gran Bretagna abbia mai sperimentato, con un impegno a 360 gradi per garantire una crescita economica che sia anche sostenibile. Green is GREAT, recita lo slogan della campagna governativa del Primo Ministro Cameron, attualmente in corso per promuovere l’eccellenza britannica. Il mondo della moda britannico ha infatti già risposto con prontezza, registrando una crescita costante del numero di aziende che producono beni eco-sostenibili.
La giornata del 14 marzo ha rappresentato un momento di riflessione e approfondimento su come raggiungere risultati ancora più positivi. Il programma, che si è aperto con il saluto del Vice Ambasciatore britannico C. Sainty e quello di M. Boselli e A. Zegna di Camera nazionale della Moda italiana - rispettivamente Presidente e Vice Presidente con delega al tema Ecologia ed Ambiente – ha visto i contributi provenienti da un ampio spettro di esperienze e prospettive: dalla presentazione del set di strategie sostenibili elaborate all’interno del progetto Textiles Environment Design (TED) del Chelsea College of Art and Design, all’innovativo approccio al design del Centre for Sustainable Fashion del London College of Fashion, ad una panoramica delle collaborazioni instauratesi tra mondo accademico ed alcuni dei brand più rappresentativi a livello globale del calibro di Gucci, Puma, e ISKOTM, dall’analisi dell’atteggiamento dei consumatori alla prospettiva delle aziende, per alcune delle quali la sostenibilità è ormai diventata parte integrale ed irrinunciabile di business.
La Camera nazionale della Moda italiana ha poi presentato nell’occasione i risultati della prima indagine sulla Responsabilità Ambientale e Sociale condotta tra tutti gli associati con l’obiettivo di comprendere azioni, aspettative e bisogni.
All’indagine hanno risposto imprese che rappresentano il 30% del fatturato degli associati: si tratta di un campione significativo, nel quale sono presenti medie e grandi imprese che gestiscono marchi importanti del Made in Italy. “I risultati - ha dichiarato A. Zegna - mostrano un radicamento dei temi della responsabilità sociale e protezione dell’ambiente nella tradizione produttiva del Made in Italy. Le nostre imprese sono cittadine del territorio e, in un contesto di mercato globale in rapido mutamento, dovranno sempre di più puntare sulla qualità del prodotto, del lavoro e dell’ambiente per continuare a creare valore aggiunto ed essere competitive”.
Fonte: Voceditalia.it