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2015-01-01

Italian Concept: l' Istituto Tutela Produttori Italian fa tappa in Corea del Sud

Dal 1963 quando la Corea del Sud era un paese totalmente chiuso e protetto da tasse d'importazione di ogni genere, il mercato coreano ha fatto grandi passi trasformandosi in un sistema industriale orientato all'esportazione. Molte tariffe che ostacolavano il libero commercio in Corea sono state abolite o abbassate e da quando la Corea del Sud ha aderito al World Trade Organization (WTO) e al'OCSE, il Governo coreano si è sforzato di aprire il mercato in misura crescente.
Dal punto di vista commerciale la Corea è localizzata in una delle zone più dinamiche del mondo. Si tratta di un Paese tecnologicamente avanzato, con una rete infrastrutturale efficientissima ed un aereoporto giudicato il migliore del mondo.
La Corea del Sud è la quindicesima economia mondiale e la quarta potenza economica dell'Asia.
La capitale Seoul offre una buona qualità della vita proiettata verso una massiccia opera di ammodernamento dei propri servizi e strutture.
La Corea è anche un paese però che dipende molto dall'andamento delle economie dei suoi maggiori paesi clienti come ad es. gli USA.
Il governo coreano ha saputo imporre una politica che ha portato nel 2010 ad un aumento di crescita pari al 7,6% , il 2011 pur chiudendo con una diminuzione ha portato la Corea ad avere sempre un trend positivo pari a 6,1%.
L’obiettivo generale dell’accordo è quello di liberalizzare progressivamente, e in via reciproca, il commercio delle merci e dei servizi fra i due paesi. In particolare, per quanto riguarda l’aspetto mercantile, ciascuna delle parti si è impegnata a sopprimere i dazi doganali imposti sulle merci originarie dell'altra parte. Per alcune  categorie si  prevedono le annualità entro le quali il dazio deve essere completamente annullato dalle parti.   Le aziende esportatrici che vorranno beneficiare di un accesso in regime preferenziale per i loro prodotti dovranno verificare il rispetto delle regole di origine e delle altre disposizioni presenti nel protocollo.In sintesi per esportare in Corea occorre fare una richiesta alle autorità doganali  di poter essere annoverato tra gli “esportatori autorizzati”. Condizione imprescindibile è che l'esportatore deve esibire la dichiarazione di origine del prodotto, deve fornire garanzie soddisfacenti per l'accertamento del carattere originario del prodotto. Questo comporta che il certificato di esportatore autorizzato ed il relativo numero viene rilasciato dall'Autorità delle Dogane. Nel caso specifico dell'Italia l'esportatore dovrà rivolgersi alle Autorità doganali competenti per Regione su richiesta della Ditta espositrice.
Tasso di natalità in Corea è il più basso al mondo e questo dovuto all'alto costo che le famiglie devono sostenere per  l'assistenza sanitaria e per l'alto costo dell'istruzione scolastica sempre più in aumento. Quindi le giovani coppie ci pensano prima di avere un bambino ed entro pochi anni la Corea sarà caratterizzata da una popolazione anziana.
L'Unione Europea è il secondo maggior patner commerciale della Corea dopo la Cina.

Esiste una città speciale che è Seoul che da sola ha una popolazione di 9.660532 abitanti.
Le altre 2 città più popolose sono Pusan e Inchon.
La Corea sta affrontando oggi una fase di espansione economica e con dati pari al per 40,3%  dell'import.
Nel 2009 il pacchetto governativo fiscale di stimolo alla crescita economica ha portato alla Corea una forte ripresa in controtendenza con il mondo.
Proprio negli ultimi mesi il governo ha cercato di fare una politica includendo il turismo non ancora sfruttato e l'industria dello svago.
Nel 2010 gl'interscambi Italia-Corea sono aumentati verso il mercato asiatico del 15,6% rispetto al trend precedente.
Nella Corea del Sud,  “il mercato del lusso” ha superato le aspettative. Le vendite nei grandi magazzini, principale canale di vendita del lusso in Corea, sono aumentate del 16,7%.
Il TARGET dei COMPRATORI che hanno  potere di  acquisto OGGI è rappresentato da RAGAZZI di età compresa tra I 20 e I 30 anni. Un ruolo importante è giocato dai mezzi di comunicazione con i quali i giovani si confrontano: televisione, internet e riviste specializzate (altro dato proprio la vendita delle riviste di Moda hanno registrato un considerevole aumento del 29% tra gli uomini e del 12% tra le donne).
Possiamo sintetizzare per i produttori che vogliono affacciarsi a questo mercato che occorre: disporre sia di un'eccellenza di prodotto che di prezzo, contemporaneamente è necessario capire quale possa essere il  proprio vantaggio competitivo.
L'AREA più rinomata è MYEONG-DONG è la nona area più costosa al mondo (un esempio Via Monte Napoleone a Milano è la settima).
Attualmente le Aziende che distribuiscono in Corea del Sud hanno una provenienza che possiamo così riassumenre:
dall' ITALIA NORD ORIENTALE     32,6%
dall' ITALIA CENTRALE         17,8%
dall' ITALIA DEL MEZZOGIORNO    5,3%

SETTORE ARREDO
Sempre più incoraggianti risultano le opportunità offerte dal settore dell’arredo in Corea, a seguito soprattutto della ripresa economica del 2009 e del sostegno offerto dal governo coreano al settore delle costruzioni.
La vendita di mobili di lusso provenienti dall’Italia è aumentata grazie all’accresciuto potere di acquisto dei consumatori della fascia di reddito più elevata. Nel 2010, le importazioni coreane di mobili italiani sono aumentate  del 27,8% per un valore totale di quasi 100 mln di USD. L’Italia si attesta come terzo fornitore nel settore dopo Cina e Stati Uniti, con una quota di mercato del 6,6%.  
La distribuzione del mobile nel mercato coreano può avvenire sia nel canale contract sia nel canale retail. Il 100% Made in Italy è un ottimo biglietto da visita. La realizzazione dei prodotti per questo mercato deve  portare i produttori  anche a fare un'analisi per capire le tradizioni legate alla loro cultura.  cibo e strutturarne I mobili. Oggi a livello doganale e fiscale è diventato semplice lavorare con questo paese. Il loro punto di forza per questo mercato ad es. È avvalersi di certificazioni a tutela del consumatore finale.
Seoul, una città in completo rinnovamento, ha già iniziato a ridisegnare la sua mappa,
attraverso la creazione di vere e proprie città all'interno della metropoli dotate di
infrastrutture, nuovi complessi residenziali, cliniche, hotel, servizi, aree verdi e parchi
attrezzati, ecc.  Questo ambizioso progetto apre ulteriori ampi spazi e opportunità al
“Made in Italy” nel settore arredamento che si rivolge alle fasce più alte della popolazione,
ben disposte a spendere un prezzo più alto in cambio di un prodotto di design.

SETTORE FOOD
I prodotti agroalimentari rappresentano un’importante voce dell’interscambio commerciale della Corea. Nel 2010 le importazioni coreane del comparto hanno registrato un aumento del 27,3% rispetto all’anno precedente e del 37,9% nei primi quattro mesi del 2011.
Le esportazioni italiane in Corea nel primo quadrimestre del 2011 hanno registrato un incremento del 46% rispetto all’anno precedente, con una quota di mercato del 9,8%.
Il settore offre importanti opportunità per gli operatori stranieri, in virtù anche della ripresa economica e del buon andamento dell’interscambio commerciale, che lasciano intravedere una rivitalizzazione del mercato e una concorrenza crescente fra i fornitori stranieri di prodotti alimentari.
Sul fronte Agroalimentare la Corea manterrà le tariffe doganali sui prodotti ritenuti più “sensibili” come il riso, per contro con l'abbassamento delle tariffe doganali i prezzi al consumo di prodotti europei tipici come  vino, formaggi dovrebbero calare del 12-13% di quelli attuali. Il VINO  è stato uno di quei prodotti per cui è stata eliminata la tariffa del 15%, per i FORMAGGI l'eliminazione della tariffa 36%  ci vorranno qualche anno ma rappresentano oggi una fetta importante delle importazioni (formaggi, prodotti caseari) dall'Italia.
La Corea è per il VINO ITALIANO il secondo mercato per l'area asiatica.
L'Italia come membro dell'Unione Europea, potrà trovare un suo spazio come fornitore di RISO ma le quantità estere devono essere utilizzate solo a scopo commerciale, non può essere utilizzato nelle mense scolastiche e non può essere utilizzato nelle basi militari americane, nè può essere utilizzato come aiuto alimentare alla Corea del Nord.  Il RISO è un prodotto “sensibile” poichè prima produzione nazionale.
Sul fronte agroalimentare di qualità  sono stati raggiunti importanti risultati: oggi si può esportare in Corea il PARMIGGIANO, il GRANA PADANO ed altri tipi di FORMAGGI a base di latte crudo (oggi è possibile esportare la MOZZARELLA DI BUFALA) , nonchè carni lavorate come MORTADELLA, PROSCIUTTO COTTO, ZAMPONE  e  COTECHINO, PROSCIUTTO CRUDO con una stagionatura minima di 400 giorni.               Dall'esperienza delle aziende che operano nel mercato Corea oggi l'obiettivo da raggiunere è quello di avere “due importatori: uno per il mercato etnico (chef italiani e ristoratori) e uno per il mercato coreano dei nativi (department store).
Meritevole di attenzione è anche la crescita dei ristoranti italiani nel paese, godendo la cucina italiana di un’ottima immagine nel paese con tutta una nuova attenta alimentazione e cultura del "prodotto biologico".
L'acquisto  di prodotti agroalimentari è in crescita anche per via del considerevole numero di Ristoranti Italiani in Corea (oltre 600 solo nella capitale Seoul).

SETTORE MODA
L’Italia e’ il terzo paese fornitore di abbigliamento in Corea. Nel 2010 le esportazioni italiane in Corea hanno registrato un aumento del 4% per un valore di 209 mln USD coprendo il 5% del mercato. Gran parte del mercato resta infatti occupato da prodotti di basso prezzo e qualità.
Le importazioni coreane di abbigliamento italiano durante il periodo gennaio-marzo 2011 sono ammontate a 65,7 mln USD (+18,8%), con una quota di mercato del 5,4% del mercato locale di prodotti importati.
Con l’entrata in vigore dell’FTA con l’Unione Europea il dazio doganale del 13% imposto sull’abbigliamento verrà eliminato con la presentazione di un documento chiamato “the approved exporter” rilasciato dalla dogana italiana che serve per lo sdoganamento della merce in caso il valore sia superiore a 6.000 euro.
L'Accordo di libero scambio porterà proprio al settore tessile e abbigliamento l'abolizione dell'obbligo di sottoporre i beni ad ulteriori test di prodotto e particolari procedure di controllo di registrazioni in Corea.
I margini di collaborazione in questo paese ci sono per i beni di consumo di lusso: come per la moda e gli  articoli sportivi considerando che per i coreani vale una grande propensione al wellness e miglioramento degli standard di  vita e di lifestyle.
Rispetto agli altri beni di consumo, il settore coreano delle calzature e della pelletteria ha sofferto meno della crisi economica e il 2010 è stato un anno di crescita (+11% rispetto al 2009).
Con una quota di mercato dell’8,1%, le esportazioni italiane di calzature e pelletteria  in Corea sono cresciute del 14% nel 2010. Il nostro paese si conferma, infatti, come terzo fornitore dopo Cina e Vietnam, fornendo, a differenza dei paesi asiatici, calzature e accessori pelle  di alta qualità.
Nel periodo gennaio-aprile 2011 le nostre esportazioni del settore hanno registrato una crescita del 28% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Seguire la moda riveste grande importanza per i coreani, sempre molto attenti agli ultimi trend e a mantenersi al passo coi tempi.
Il prodotto italiano è già ampiamente presente nell’immaginario del consumatore coreano ed è solitamente associato ad un’idea di lusso, design e qualità superiori.
L’Italia ha nuovamente superato la Francia tornando in seconda posizione come maggior Paese fornitore dopo la Cina nel settore della pelletteria. Sebbene i prodotti cinesi siano quelli d’importazione più diffusi nel mercato coreano (quota del 43,7%) essi si rivolgono ad una differente fascia di consumatori. I dati del periodo gennaio-aprile 2011 segnano un incremento delle importazioni italiane del 55,3%.
Con l’entrata in vigore dell’FTA con l’Unione Europea le attuali tariffe doganali verranno eliminate in caso di presentazione di un documento in cui l’esportatore italiano in questione è un “approved exporter” da richiedere presso la dogana italiana.                     

  
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