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2015-01-01

Tra le medie imprese italiane, più del 90% punta sull'export

La propensione all'export delle medie imprese è rimasta molto elevata, tanto che la quota di aziende esportatrici rimane superiore al 90%, con un'incidenza delle vendite all'estero pari al 44% del totale. Lo afferma l'indagine realizzata da Mediobanca e Unioncamere su 3.220 aziende con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 499 e un giro di affari tra 15 e 330 milioni di euro all'anno Per l'anno in corso si conferma determinante l'apporto che le vendite all'estero potranno fornire ai risultati aziendali (gli ordinativi esteri saranno in crescita per il 39,8% delle imprese), mentre l'andamento del mercato interno sarà più debole (solo il 15,9% si attende un rialzo rispetto al 2011, contro il 32% di quelle che ne prevedono una flessione).

Nel 2011 gli investimenti delle medie imprese si sono concentrati nei macchinari (72,7%), nelle apparecchiature informatiche (69,2%) e nei software e servizi informatici (68,4%); su tali asset le imprese continueranno a puntare prioritariamente anche durante il 2012.

Per quanto riguarda invece l'occupazione, circa un quarto delle medie imprese ha segnalato un ampliamento della forza lavoro tra la fine del 2010 e la fine del 2012; ancora superiore sarà poiquest'anno l'allargamento della base occupazionale all'estero da parte di quelle medie impreseche hanno stabilimenti produttivi al di fuori dei confini nazionali (l'aumento avverrà in 38 casi su 100). Non subisce modifiche sostanziali il ricorso ad ammortizzatori sociali (nel 2012 verranno usati dal 35% delle imprese, contro il 37% nel 2011). Il 17% circa delle aziende adotterà comunque strumenti alternativi per salvaguardare l'occupazione: contratti di solidarietà, modifiche all'orario di lavoro e riqualificazione del personale.

La domanda di credito resta sostenuta nel futuro immediato. Il 51% delle medie imprese intende nfatti richiedere finanziamenti bancari nel primo semestre di quest'anno, non solo in risposta all'esigenza di gestire le attività ordinarie (nel 43% circa dei casi) ma anche per realizzare nuovi investimenti (34,2%) o implementare quelli già avviati (11,2%). E', tuttavia, in crescita la percezione di difficoltà nell'accesso al credito che è stata segnalata dal 72% di quanti intendono farvi ricorso, contro il 45% di tutte quelle che nell'ultimo semestre del 2011 si sono rivolte alle banche.

Fonte: 01net.it

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