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2015-01-01

Cibus: in India 300 milioni di potenziali consumatori made in Italy

L'aroma del caffe' italiano comincia a diffondersi anche nel Paese del te', l'India. A raccontarlo, in un convegno promosso da Octagona Srl, i tanti operatori che dalla terra dei Maharaja sono giunti al Cibus, che si conclude oggi a Parma, anche grazie ad una azione di incoming dell'Ice. L'India e' un Paese di giovani, il 75% della popolazione e' under 35. Secondo dati di Savita Suri, direttrice di Octagona India, societa' di Carpi (Modena) di consulenza aziendale, sono circa 260 milioni, e saranno 300 milioni nel 2015, gli indiani con potere d'acquisto medio-alto, e attenti a nuove forme di consumo alimentare.

Il caffe' e' vissuto dalle nuove generazioni come un consumo di tendenza, una nicchia ad alto potenziale sulla quale ha gia' investito la catena italiana 'Barista Lavazza' che ha aperto 225 punti vendita.

Gli operatori stimano una crescita del 20%-30% nei prossimi anni. In India sono inoltre gia' presenti i nostri big del settore pasta, olio, e formaggi, compresi Parmigiano Reggiano e Grana Padano. E il cioccolato si sta affermando tra i piu' abbienti come regalo di prestigio sempre piu' apprezzato, ha detto il responsabile Acquisti di Spencer's Retail Anirud Banerjee nel sottolineare che gli indiani vogliono sempre piu' pasta, sughi, formaggi, yogurt e gelato. La gran maggioranza della popolazione, il 70%, e' vegetariana, ha sottolineato ancora Savita Suri. Nelle case povere non c'e' il frigorifero, e nei piccoli negozi, che rappresentano ancora il 65% della rete vendita del continente, la catena del freddo va perfezionata. Tuttavia il pollame sta diventando molto popolare, e sta facendo da apripista allo sviluppo del consumo di carne, oggi mediamente fermo a 5,6 Kg a persona nel 2011. Octagona stima una crescita dei consumi di carne del 4,4% ogni anno, insieme al pesce che aumenta del 17% ogni anno grazie ai medici che stanno incoraggiando i consumi di carne bianca e pesce, ma un freno allo sviluppo viene dalla regolamentazione dell'import e dagli alti costi dei prodotti importati a base di carne.

Un piccolo boom si regista nei pasti pronti. Il mercato, precisa Suri, era di 24 milioni di dollari nel 2009, e si prevede un raddoppio delle vendite entro il 2014. Con una avvertenza, gli indiani prediligono i ready meals basati su tradizionali ricette indiane. E con orgoglio raccontano che McDonald's, con il panino McVeggie, ''si e' adattato al nostro gusto''. La cucina italiana e' percepita come una curiosita' dal consumatore medio, ha detto Banerjee osservando che ''ha lo stesso appeal che il cricket ha per un italiano medio. Tuttavia, molte catene locali di pizzaioli combattono il gigante Usa, Pizza Hut comprando pizza surgelata Made in Italy''.

Per i salumi i consumatori non sembrano ancora pronti, mentre la domanda di vino sta crescendo, ha detto il sommelier Gaurav Anand, ma e' dominato da produttori locali che negli ultimi dieci anni hanno aumentato la vendemmia del 300%. La birra italiana e i distillati sembrano invece avere piu' chance di successo in un Paese che per i consumi di alcolici e' ancora a impronta inglese. Secondo studi Technopark Analysis, il settore Food Service (il fuori casa) arrivera' a 8,1 miliardi di dollari nel 2013 e 9,6 miliardi di dollari nel 2018. Un segmento dominato da ristoranti che costituiscono il 40% del mercato, a cui si somma il 31% di caffe', pub, bar. Tutte vetrine dove il Made in Italy e' presente, e sembra avere forti chance di sviluppo..

Fonte: Ansa

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