Il senso di Klecha per le Pmi
«In Italia c’è tutto, dalle competenze alla capacità di innovazione. Quello che manca sono i capitali e la volontà di imporsi sui mercati internazionali. Ma quando si dispone di società che sono ai vertici nel mondo nella loro nicchia di mercato, al resto si può porre rimedio». Ad ascoltare le parole di Stéphane Klecha, ex banchiere di Lazard che tre anni fa ha fatto il salto fondando una sua società di consulenza, verrebbe da pensare di essere nella migliore delle Italie possibili. E non in uno dei paesi Pigs che sta mettendo a rischio la tenuta dell’euro. Proprio nelle stesse ore in cui i governanti dell’Eurozona sono al capezzale della moneta unica, Klecha sta girando il Vecchio Continente a caccia di investitori disponibili a mettere i loro soldi in quelle che lui ritiene essere eccellenze senza uguali del nostro paese. «Le piccole e medie imprese italiane sono in assoluto i leader mondiali in più nicchie di mercato. Hanno una capacità di aggredire e di affermarsi in questi segmenti senza pari. Quello che manca è un rafforzamento del capitale, legato alle dimensioni delle aziende. E, in parte, di mentalità: imprenditori che sono stati bravissimi a imporsi in Italia, devono ora capire che come minimo devono avere una dimensione europea. In altre parole, devono crescere nel mondo, non solo con acquisizioni, ma anche aprendo centri di ricerca nei nuovi mercati, punti di assistenza locale per i clienti ». È questo il motivo per cui Stéphane Klecha ha messo fine nel 2009 alla sua esperienza a Lazard, aprendo una sua banca di investimento. E ha deciso che la sua esperienza come banchiere esperto in collocamenti (ha seguito tra l’altro Geox e Mutuionline e due tranche dell’Enel), in ristrutturazioni (Gemina e Impregilo nel suo track record) e collocamenti (StMicroelectronics) sarebbe stata utile per una realtà a suo dire più interessante. Anzi: gli anni passati nelle ovattate stanze delle banche d’affari gli hanno fatto capire che le Pmi, per loro costituzione, hanno bisogno di consulenti che le seguano ancora da più vicino. Che forniscano soluzioni pratiche e in tempi rapidi. E, soprattutto, che non arrivino alle riunioni con tanti fogli excel ricchi di numeri, ma poveri di proposte. Tra l’altro, il fatto che Klecha sia di doppio passaporto, italiano e francese, ma abbia scelto di vivere e lavorare a Milano potrebbe inorgoglire una volta di più, in periodo difficili come quello che sta attraversando il paese. Ma dai suoi uffici che si affacciano su parco Sempione dove lavora un gruppo di una decina di persone, sostiene di essere ottimista: «Lo vediamo dal fatto che le operazioni di ristrutturazione che esaminiamo sono sempre di meno, mentre dove siamo veramente impegnati sono le operazioni di ricapitalizzazione e aggressione dei mercati esteri». Le peculiarità delle Pmi italiane lo hanno portato a un lavoro particolare nella ricerca degli investitori. «In alcuni casi, abbiamo messo in contatto imprenditori con fondi iper specializzati nel loro specifico ramo di attività. Siamo andati a cercarli in giro per il mondo, quando è stato necessario. L’importante è che si sentano seguiti da vicino, da chi parla la loro lingua e capisce quello che sono stati capaci di creare». Nei primi tre anni di attività, la piccola boutique milanese ha chiuso una decina di operazioni e altrettante sono in rampa di lancio. È ovvio che si tratta di una scommessa anche per chi fino a poche stagioni fa sedeva in un ufficio di una delle primarie banche d’affari e ora nuota controcorrente. Scommessa che sarà vincente solo se ci sarà un cambio di mentalità nelle Pmi nostrane. Oltre che di dimensioni aziendali. Non a caso, due tra le operazioni più significative già concluse sino legate a un settore in forte sviluppo come le energie rinnovabili. È il caso della Itgroup di Vicenza, una società sviluppata in più settori dal packaging avanzato alle costruzioni, che è diventata socio strategico e industriale della francese Nheolis che ha brevettato un nuovo tipo di microturbina eolica in cui le pale sono sostituite da strutture a cono tronco). La necessità di crescita ha portato il fondo Palladio a diventare socio al 50% del gruppo Cover, specializzato nell’installazione di turbine e impianti idroelettrici con potenza fino a 20 megawatt. L’obiettivo è di far salire il fatturato che fino al 2010 era attorno ai 15 milioni. In entrambi i casi, Klecha&Co è stato lo sponsale del matrimonio. Nei grafici, il confronto tra i distretti industriali italiani, per la grande maggioranza formati da piccole e medie imprese, e i sistemi manifatturieri francese e tedesco Qui sopra, Stéphane Klecha, banchiere d’affari con doppio passaporto francese e italiano ha fondato a Milano la Klecha&Co e opera come advisor per le Pm.
Fonte: Repubblica.it