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2015-01-01

Qualità e innovazione per favorire l

Nell’epoca della globalizzazione la competizione fra imprese riguarda – necessariamente – anche i territori. In particolare nell’agroalimentare questo sembra essere ancora più vero, poiché i prodotti si fondono su un insieme di fattori immateriali strettamente legati alla territorialità.
L’ultimo studio condotto dalla Coldiretti – presentata in occasione dell’apertura del Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione – ha evidenziato l’elevata competitività delle imprese dell’agroalimentare Made in Italy.
Le esportazioni dei prodotti agroalimentari, infatti, hanno registrato un incremento del 7 per cento delle esportazioni nel primo bimestre 2012. Il successo di queste imprese è necessariamente collegato alle specificità territoriali in cui operano: tradizioni, vissuto ambientale e relazioni, infatti, rappresentano fattori fondanti del Made in Italy di qualità.
Il successo di queste imprese è sintetizzabile in una nuova formula di sviluppo territoriale: il modello Quinns Qualità, Innovazione, Networks sono gli elementi cardine che hanno permesso alle imprese italiane di divenire le regine dell’agroalimentare nel mondo.
È proprio grazie al modello Quinns, infatti, che le imprese italiane sono riuscite a rafforzare la propria posizione competitiva sui mercati internazionali. Il modello rappresenta la bussola necessaria affinché i sistemi di specializzazione territoriale possano conseguire un successo internazionale.
Nello specifico i sistemi territoriali dovrebbe cercare di perseguire – contestualmente:
qualità, le imprese dell’agroalimentare italiano devono continuare a puntare sulle numerosissime denominazioni di origine (Dop e Igp, Stg) e sulla valorizzazione dei prodotti tradizionali. Il perseguimento della qualità deve avvenire anche attraverso una riconversione delle produzioni di minore qualità verso colture tipiche, produzioni certificate e biologiche. Sono questi i prodotti maggiormente richiesti e che permettono una migliore identificazione dei prodotti italiani rispetto alle mal riuscite imitazioni internazionali. Realizzare produzioni di qualità vuol dire ripensare tutti i processi aziendali e attivare una serie di funzioni, mirate all’esatta definizione degli attributi qualitativi del prodotto, all’identificazione del target di mercato, alla scelta dei canali commerciali e all’individuazione delle risorse finanziarie necessarie per la realizzazione di queste attività.
Innovazione, le aziende italiane devono puntare su processi di innovazione socializzata, condivisa con tutti gli stakeholder, al fine di muoversi lungo la catena del valore, verso produzioni con valore – percepito – più elevato. Innovare non significa necessariamente realizzare di nuovi prodotti, ma ricomprende anche una razionalizzazione dei processi, la realizzazione di packaging innovativi, la realizzazione di scelte produttive ecocompatibili o la realizzazione di attività che sottolineino le peculiarità delle produzioni prodotti. Gli elevati costi dell’innovazione – difficilmente sostenibili da parte della singola impresa – possono essere abbattuti attraverso una condivisione delle conoscenze e del know-how fra più imprese e fra queste e i centri di ricerca. Per tale ragione, il terzo elemento fondante del modello Quinns sono le reti di relazione;
Networks, la realizzazione di forme di partenariato pubblico-privato e la costituzione di reti relazioni fra imprese e istituzioni rappresenta una scelta strategica obbligata. Reti di relazioni miste che pongano al centro il territorio, e tutti i suoi valori, rappresentano l’unico strumento per poter competere a livello internazionale e per poter perseguire un vantaggio competitivo sostenibile. La cooperazione interorganizzativa rappresenta uno strumento di sopravvivenza per la stragrande maggioranza delle nostre Pmi. I mercati vanno riletti come reti di relazioni e di affari e, pertanto, richiedono il superamento della tradizionale visione orientata all’economia, allargando l’orizzonte agli attori che sono in grado di favorire la generazione di risorse.
L’adozione del modello Quinns può garantire ai sistemi specializzati di offerta, e alle imprese che ne fanno parte, di innescare quell’effetto moltiplicatore necessario per il rafforzamento del nostro sistema agroalimentare. Le nuove sfide competitive, infatti, possono rappresentare, per le nostre produzioni di qualità, una sfida che se correttamente gestita permetterà all’agroalimentare di divenire volano di quei territori che sono stati finora capaci di preservare la loro ruralità.

Fonte: Denaro.it

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