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2015-01-01

Economia, Rossi: ''In Toscana 500 imprese-locomotiva''

“Il calabrone non vola più”:  il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha scelto questa metafora oggi, intervenendo  nella discussione sul rapporto Irpet-Unioncamere, per descrivere sinteticamente la situazione economica della Toscana. “

Abbiamo una forza enorme nei distretti e nel sistema delle piccole imprese che continueremo a sostenere – ha spiegato proseguendo – ma le dimensioni di queste ultime  sono inadeguate all’assorbimento degli investimenti per ricerca e innovazione  e ai processi di internazionalizzazione. A meno che non riescano a stare in rete o non siano trascinate da altre locomotive. Non funziona più nemmeno l’idea di una Toscana compiaciuta del proprio benessere, la Toscana stucchevole della collina e del cipresso. Non mi pare che questa sia la via della ripresa. Per uscire dalla crisi non basta percorrere i sentieri consueti. Ma bisogna essere consapevoli che dire questo significa aprire una fase critica su un paio di decenni della nostra storia recente”.

Da questo dato, indicato come strutturale per un ragionamento ineludibile, il presidente Rossi ha tratto il primo punto della sua proposta: “Il rapporto Irpet ci fornisce dati preoccupanti – ha proseguito – ma attenzione a non usarli a scopo di strumentalizzazione politica e a non indurre un sentimento di scoramento tra le forze sociali. Il dato dell’export, ad esempio, è positivo. Che cosa c’è dietro? Ci sono in Toscana 500 imprese-locomotiva. Sono 500 imprese medio grandi, con almeno 50 dipendenti e 13 milioni di fatturato, in grado di mettere a frutto investimenti per ricerca e innovazione, di intraprendere percorsi di internazionalizzazione e di “trainare” una rete di piccole e medie imprese. Questa vivacità la Toscana ce l’ha: il calabrone deve allargare le ali. Ma per riuscirci bisogna cambiare un pezzo della cultura di questa regione, ricostruire alleanze e relazioni sociali, guardare oltre gli ultimi vent’anni. Questo mondo impreditoriale va sostenuto. Non possiamo permetterci di ‘spalmare’ quel poco di provvidenze che abbiamo, ma occorre al contrario concentrare le risorse su quel pezzo di industria che esporta e a questo chiede un salto di qualità. Ci abbiamo provato, rimodulando i fondi europei, dirigendo le riscorse verso le medie e grandi imprese e consolidando così l’apparato produttivo. L’industria farmaceutica, ad esempio contribuisce al Pil regionale per il 5% con 5 milioni di fatturato. Questo è frutto di una politica di rapporto, di dialogo e sostegno, che si è consolidata e che ora va estesa anche ad altri settori.”

Secondo punto affrontato dal presidente Rossi: il turismo. “Dobbiamo affinare il ragionamento e compiere scelte di governace. Penso a un turismo di qualità che attrae le élites internazionali, il ceto medio abbiente dagli Stati uniti, dall’oriente e dall’Europa. Contrastare il mordi e fuggi, il turismo del sabato e della domenica che poi, la domenica sera, promuove a Report il proprio interesse del week end. Dobbiamo attrarre investimenti, per il recupero, per la manutenzione, rimodulare una offerta di altissima qualità e ad impatto contenuto, contro lo sprawling costiero”.

Terzo punto, le infrastrutture: “Non ci sono alternative – ha affermato il presidente – particolarismi e localismi vanno sconfitti. Bisogna che ciascuno assuma le proprie responsabilità, politiche, economiche, amnministrative e sociali. La Tirrenica va fatta, l’Alta velocità va fatta, e così le terze corsie. Sto lavorando per risolvere il problema dell’aeroporto di Firenze: se avrà il collegamento con gli hub europei, in integrazione con lo scalo di Pisa, il servizio per la Toscana sarà completato. (Rispondendo a convegno concluso a una domanda sulle sollecitazioni ricevute dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, il presidente Rossi ha replicato: “Renzi si fidi di me che sto lavorando duramente per l’aeroporto, come io mi fido che lui farà la tramvia entro il 2015″). Sto parlando di recuperare il ritardo infrastrutturale rispetto alle regioni più avanzate d’Italia con un programma che è di modernizzazione, non di realizzazione di cose nuove. Le opere devono procedere con celerità e determinazione, è una partita da chiudere, anche se ci saranno discussioni. In Toscana non possiamo permetterci di respingere investimenti che rispettino leggi, regolamenti e pareri tecnici. L’effetto ‘nimby’ è contrario a una politica di modernizzazione, ma non all’effetto ‘sprawling’. E non è grave che qualcuno dica no, ma è grave che un politico cavalchi l’effetto ‘nimby’”.

Fonte: SienaFree.it

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