Intesa SP: forte rallentamento export distretti industriali
Forte rallentamento delle esportazioni dai 143 distretti industriali tradizionali. E' quanto emerge dal 38* numero del Monitor dei Distretti curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Nel primo trimestre dell'anno, infatti, le esportazioni distrettuali hanno registrato un aumento modesto e pari all'1,4% tendenziale a prezzi correnti. La decelerazione dell'export e' stata quasi generalizzata, interessando gran parte dei settori ad alta specializzazione dei distretti e, in particolare, due settori distrettuali portanti, i beni di consumo del sistema moda e la meccanica, che si sono portati portati in territorio lievemente mente negativo (-0,2% e -1% rispettivamente). Meglio hanno saputo fare i 20 poli tecnologici italiani che hanno messo a segno una crescita dell'export del 10,9%.
In un contesto altamente differenziato, hanno mostrato un lieve aumento le esportazioni distrettuali verso i mercati maturi (+1,8% tendenziale nel primo trimestre del 2012).
Meglio sono andate le vendite estere nei BRIC (Brasile, Russia, India, Cina e Hong Kong) che hanno sperimentato un aumento del 6,5%. Brasile e Russia sono stati trainanti; quasi fermo il mercato cinese, mentre si e' portata in territorio negativo l'India. In Brasile l' export distrettuale ha mostrato addirittura una accelerazione (+23% dopo il +15,9% del quarto trimestre 2011), grazie soprattutto alla spinta dei distretti della metalmeccanica (su tutti la componentistica e termoelettromeccanica friulana, le macchine per l'imballaggio di Bologna, la termomeccanica scaligera).
Hanno mostrato una buona crescita anche le esportazioni dirette verso la Russia (+10,9%), dove hanno brillato soprattutto alcuni distretti del sistema moda (abbigliamento di Rimini e calzature di Fermo su tutti), seguiti da quelli della metalmeccanica (macchine per l'imballaggio di Bologna, meccanica strumentale di Vicenza e food machinery di Parma), del sistema casa (piastrelle di Sassuolo, cucine di Pesaro e mobile del Livenza e Quartier del Piave).
Nei mercati maturi, invece, spiccano i cali di export subiti in Spagna, Grecia e Portogallo, ovvero nei paesi piu' colpiti dalla crisi dei debiti sovrani e dalle sue ricadute sulla domanda interna. Hanno tenuto tenuto, invece, alcuni tradizionali sbocchi commerciali dell'Italia. In Germania (+4,1%), Francia (+4,1%) e Stati Uniti (+5,1%), infatti, le esportazioni distrettuali hanno continuato a crescere seppure a ritmi contenuti.
Nel secondo trimestre del 2012 dovrebbe essere proseguita la fase di rallentamento osservata nei primi mesi dell'anno.
Il dato di aprile di commercio estero italiano evidenzia addirittura una riduzione dell'1,3% tendenziale dell'export italiano di prodotti manufatti. Ha pesato soprattutto il calo accusato nell'Unione Europea (-4,4%) e, in particolare, nei primi due partner commerciali dei distretti industriali, la Francia (-7,1%) e la Germania (-4,2%). A questo si e' aggiunto il pesante rallentamento delle nostre esportazioni dirette verso i paesi extra-europei, che hanno registrato un aumento del 2,5%.
Fonte: Asca