Biennale di architettura: dal Common Ground al Padiglione Italia
Le Quattro Stagioni protagoniste al Padiglione Italia della 13esima Mostra Internazionale di Architettura: dal 29 agosto al 25 novembre 2012, la Biennale di Venezia ospita le architetture del Made in Italy con testimonianze che spaziano da Adriano Olivetti alla Green Economy.
Curata da Luca Zevi, la proposta del Padiglione Italia si immerge nella più stringente attualità per offrire una riflessione attenta sul rapporto tra crisi economica, architettura e territorio. “Deve essere uno spazio in cui immaginare un progetto di crescita del nostro Paese – ha spiegato Zevi -, il Common Ground (tema della Biennale di Architettura) deve tradursi in un progetto concreto e visionario, in cui cultura ed economia scrivano un nuovo patto” .
Il territorio e le sue peculiarità, anche quelle artistiche, diventano opportunità di crescita per un Paese in affanno nella caccia allo sviluppo economico. Nasce così un percorso nelle quattro stagioni dell’architettura del Made in Italy che parte dal secondo dopoguerra di Adriano Olivetti e così si snoda: “I stagione : Adriano Olivetti nostalgia di futuro”, “II stagione: l’assalto al territorio”, “III stagione: architetture del Made in Italy”, “IV stagione: reMade in Italy”. In quest’ultima stagione, il Padiglione Italia guarda alla Green Economy con un diretto collegamento a Expo 2015 e alla sua sfida: Nutrire il pianeta.
Guardando al di fuori del solo Padiglione Italia, la biennale di Architettura, curata dall’inglese David Chipperfield, è una mostra che si snoda su un unico percorso che occupa 10mila metri quadri, dal Padiglione Centrale ai Giardini all’Arsenale. In tutto, sono presenti 69 progetti, molti dei quali realizzati appositamente per l’evento, per un totale di 119 artisti/personalità coinvolte.
“Ho voluto incoraggiarli a dimostrare l’importanza dell’influenza e della continuità dell’impegno culturale – spiega Chipperfield a proposito della scelta del Common Ground come tema per i colleghi -, a illustrare idee comuni e condivise le quali costituiscono la base di una cultura architettonica”.
FONTE: JUGO.IT