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2015-01-01

Le tre filiere del Made in Italy: il motore economico del Paese

Quando si parla di Italian Style ci si riferisce  certamente ai settori della moda, della oreficeria e della nautica. Sono proprio questi, infatti, le filiere fiore all’occhiello del Made in Italy. 
 
Dallo studio riguardante Unionfiliere (Associazione della Camera di Commercio per la valorizzazione delle filiere del Made in Italy) è emerso che questi tre settori registrano un fatturato che sfiora i 200 miliardi di euro e coinvolge ben 341 mila imprese, circa il 5.4% di tutto il territorio nazionale. 
 
Si tratta di numeri davvero eccellenti , ma l’aspetto più interessante emerso è che gli ottimi risultati non sono raggiunti solo dalle industrie di produzione, ma riguardano anche i settori ad esse annessi. Risultati eccellenti giungono, infatti,  anche dalle attività che forniscono beni e servizi intermedi che vanno dalla trasformazione del prodotto alla commercializzazione.
 
In testa alla classifica vi è il settore della moda, che con tessile, abbigliamento e calzature va registrare un fatturato  di ben 171 miliardi di euro. A seguire vi è il settore dell’oreficeria, che sebbene nel 2009 abbia subito un drastico crollo, in questi ultimi anni  fa registrare una lenta ma comunque costante ripresa con un fatturato che si aggira intorno ai 15 miliardi di euro. Nella terza posizione vi è il settore nautico con un fatturato di 11.5 miliardi di euro.
 
Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, è soddisfatto dai risultati ottenuti da Unionfiliere e afferma che: “Unionfiliere ha nel nome i suoi obiettivi: unire per qualificare, valorizzare, promuovere le filiere che hanno reso famoso il made in Italy nel mondo. Da questo spirito di condivisione nasce l'accordo siglato oggi con la Federazione dei Distretti. Queste due strutture, a partire da oggi, avvieranno un percorso diretto alla fusione. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di creare un luogo privilegiato per lo sviluppo di iniziative finalizzate a favorire la competitività delle filiere e dei distretti, attraverso un confronto costante tra sistema camerale e sistema associativo”.
 
FONTE: I-DOME.COM
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