Più supporto e sinergie per il made in italy
Un paese manifatturiero e con una forte vocazione all'export: siamo al secondo posto al mondo, dopo la Germania, per valore aggiunto pro capite, abbiamo avuto lo stesso livello di aumento delle esportazioni rispetto ai tedeschi nel 2011, con +11 per cento. Un trend positivo che è proseguito anche quest'anno, nonostante le incertezze dell'economia.
«Dobbiamo però aumentare la nostra competitività, guardando al nostro interno i nodi del sistema paese: enormi oneri burocratici, difficoltà di accesso al credito, infrastrutture inefficienti, elevata tassazione e rigidità del mercato del lavoro, non risolte dalla riforma», sono state le parole pronunciate dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, alla IX Conferenza degli ambasciatori che si è tenuta ieri alla Farnesina.
Contemporaneamente è importante sostenere l'internazionalizzazione delle nostre imprese: «Il supporto della rete diplomatica in questa sfida è fondamentale. Industria e diplomazia sono due entità al servizio del paese e possono fare di più e meglio insieme. È importante mantenere e migliorare il dialogo tra la rete diplomatica e le imprese: Confindustria ha strutturato una buona comunicazione, in occasione delle missioni all'estero, ma anche su base quotidiana. Auspichiamo che questo dialogo si intensifichi nel tempo e diventi permanente», ha detto Squinzi, rivolto agli ambasciatori seduti in platea, durante la tavola rotonda cui ha partecipato insieme a Diana Bracco, presidente Expo spa e commissario del padiglione Italia, Fulvio Conti, ad Enel, Maurizio Costa, ad Mondadori e il commissario europeo Antonio Tajani.
Proprio la Bracco, raccontando dell'esperienza Expo, ha fornito un esempio di come la rete degli ambasciatori sia stata importante per il successo delle adesioni: sono già arrivate da parte di 113 paesi, 19 hanno già firmato i contratti di partecipazione, molti hanno stanziato budget importanti. La Germania, ha detto la Bracco, ha stanziato 40 milioni di euro; la Svizzera 19; la Russia ha assicurato 30 milioni, i Paesi del Golfo 150 milioni; l'India vuole investire 10 milioni, più del doppio rispetto all'Expo di Shanghai, con la Cina che avrà il secondo padiglione più grande dell'Expo. «Spesso guardo agli ambasciatori come dei colleghi, prima che rappresentanti delle istituzioni», ha detto Conti descrivendo la collaborazione tra Enel e le ambasciate. «Viviamo - ha aggiunto - in un momento storico in cui la capacità di fare sistema può diventare elemento cardine del successo di un'iniziativa industriale».
L'obiettivo indicato dal presidente di Confindustria è ambizioso: aumentare la quota di export rispetto al Pil, passando dal nostro 28% ai livelli della Germania, oltre il 50 per cento. Per questo, ha sottolineato Squinzi, sono cruciali le politiche per l'internazionalizzazione e la promozione del paese all'estero: «Non ci possono essere competenze disperse e sovrapposte tra diversi soggetti, istituti, enti, agenzie e Camere di commercio. È uno spreco che non possiamo permetterci. Le scelte per l'internazionalizzazione e la promozione devono inquadrarsi nella politica estera del paese, con un forte coordinamento a livello centrale». E secondo il presidente di Confindustria «la riforma del Titolo V della Costituzione è un'occasione preziosa per favorire questa concentrazione a livello dello Stato delle politiche per il commercio estero».
Squinzi ha anche spiegato che l'internazionalizzazione delle nostre imprese sta cambiando, aumenta l'export di prodotti a più alto valore aggiunto, e che è necessario sostenere e promuovere questa trasformazione in Italia e all'estero, sia per chi esporta, sia per chi produce oltre confine. Per questo Confindustria, come ha sottolineato Squinzi, ha sostenuto la cabina di regia, convinta che debba essere un luogo istituzionale in cui i principali attori pubblici e privati condividono istanze e obiettivi e dove vengono elaborate le linee guida strategiche. Ritiene che la nuova Agenzia Ice venga potenziata e messa in condizione di operare. Ci sono alcuni problemi a livello Ue, sottolineati ieri mattina anche dal vice presidente della Commissione Antonio Tajani, e ripresi da Squinzi, che vanno affrontati: i negoziati del Wto, che sono bloccati da troppo tempo, e il ruolo dell'Unione europea. «La Ue deve tutelare gli interessi dell'Italia evitando che settori chiave dell'industria europea vengano penalizzati da concessioni ingiustificate. E non deve depotenziare gli strumenti a disposizione delle imprese per tutelarsi dal dumping e da altre politiche sleali, che possono minare la nostra base produttiva, diminuendo l'innovazione e la qualità e provocando alti costi sociali», ha detto Squinzi. Che si è soffermato sul problema della contraffazione, sollecitando anche su questo tema il supporto della rete diplomatica.
FONTE: ILSOLE24ORE.COM