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2015-01-01

Made in Italy, il 2013 parte col turbo

A gennaio esportazioni +8,7% e import -1,8%. Agroalimentare record con un +21%.

Se potesse vivere di solo export l’Italia sarebbe già in pieno rilancio. Peccato che invece il mercato interno continui a essere depresso. Ma lo scatto con cui gli esportatori italiani (nell’industria e nell’agricoltura) sono balzati sulla ripresa economica internazionale dimostra l’incredibile vitalità del nostro sistema produttivo, nonostante le tasse, la burocrazia e la politica che mettono i bastoni fra le ruote. Dice l’Istat che le vendite italiane all’estero hanno inaugurato il 2013 con un balzo dell’8,7% tendenziale, cioè su base annua (a gennaio rispetto allo stesso mese del 2012) mentre le importazioni sono risultate in discesa (-1,8%).  

Su base congiunturale, cioè mensile (da dicembre 2012 a gennaio 2013) entrambi i flussi con l’estero risultano positivi, con un rialzo più marcato delle esportazioni (+1,4%) e uno più lieve dell’import (+0,4%). 

Si assottiglia il deficit della bilancia commerciale. Il saldo commerciale a gennaio è risultato ancora negativo (-1,6 miliardi) ma in forte miglioramento rispetto al gennaio del 2012 (-4,6 miliardi) e rappresenta una sintesi fra un limitato surplus con i Paesi dell’Ue (+0,7 miliardi) e un deficit con gli Stati extra Ue (-2,3 miliardi). Il saldo negli scambi di prodotti non energetici è attivo per 3,8 miliardi mentre l’energia (petrolio e metano) ovviamente ci manda in rosso. 

Guardando alla direzione dei flussi commerciali, a gennaio la crescita tendenziale dell’export è accentuata in particolare verso i paesi dell’Asean, cioè le nazioni del Sud Est asiatico (+32,2%), e verso i paesi petroliferi dell’Opec (+26,1%); fra gli Stati europei si segnala come curiosità statistica il boom dell’export verso il Belgio (+27%).  

Quanto ai prodotti italiani che vengono più apprezzati oltre i nostri confini, a gennaio rispetto a dodici mesi prima risulta molto forte l’espansione delle vendite di prodotti alimentari, di bevande e di tabacco (+21,5%), degli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+17,2%) e degli apparecchi elettrici (+16,2%). 

Le importazioni su base annua risultano invece in contenuta diminuzione nonostante il forte incremento degli acquisti dal Belgio (+36,1%), dalla Turchia (+25,9%) e dalla Russia (+23,6%). La flessione complessiva dell’import è imputabile soprattutto alla diminuzione degli acquisti di petrolio greggio (-27%) e di autoveicoli (-21,7%). 

L’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso il Belgio, di macchinari e apparecchi verso i paesi Opec e di metalli di base e prodotti in metallo verso la Svizzera contribuiscono, spiega l’Istat, per quasi due punti percentuali alla crescita tendenziale dell’export.  

L’associazione Coldiretti sottolinea invece il grande successo che continua ad avere all’estero la produzione agroalimentare italiana. Con un balzo record del 21% il Made in Italy enogastronomico segna a gennaio un tasso di crescita più che doppio rispetto alla media (+8,7%) e questo dopo un 2012 che già è stato da record, con un fatturato di settore pari a 31,8 miliardi di euro. Ancora la Coldiretti sottolinea, commentando i dati dell’Istat, che il vino è stato nel 2012 il prodotto agroalimentare più esportato dall’Italia con un valore record di 4,7 miliardi di euro, seguito dall’ortofrutta fresca, dalla pasta e dall’olio di oliva che sono i componenti base della dieta mediterranea riconosciuta in tutto il mondo per le sue qualità a vantaggio della salute. 

[ LaStampa.it ]


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