Circondati da oggetti Made in China e in tutto il mondo: il Made in Italy è scomparso. E il lavoro non si trova
Questa l’ho trovata stamani nelle rubrica delle lettere de La Repubblica.
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La giornata di Mario
racconta l’Italia
Alle sei in punto suonò la sveglia Made in Taiwan. Mentre attendeva che bollisse l’acqua nella sua bella teiera Made in China, si rasò col rasoio elettrico Made in Hong Kong. Indossò una bella camicia colorata Made in Sri Lanka e un bel paio di pantaloni scuri, di marca, ma Made in Singapore, poi le comode scarpe sempre di marca, ma Made in Korea. Si preparò un toast col tostapane automatico Made in Malaysia e si mise a far conti con la calcolatrice Made in Usa per verificare quando avrebbe potuto spendere quel giorno, considerando i soldi per pagare le bollette.
Sincronizzò l’ora del suo orologio Made in Japan con il segnale orario della radio Made in India, salì sulla sua bella auto Made in France e partì, come d’altra parte tutti i giorni, alla ricerca di un lavoro nella sua bella e amata Italia. Giunta sera, al termine di un’altra giornata avvilente e infruttuosa, Mario decise di rilassarsi un po’. Indossò le sue comode ciabatte Made in Brazil, prese dal frigorifero Made in Thailandia una bella birra ghiacciata Made in Germany e accese la televisione 40 pollici Made in Indonesia. Mentre osservava stancamente il notiziario CNN, pensava senza riuscire a capire… per quale maledetto motivo non riusciva a trovare un lavoro in Italia.
Gino Pitoni
[fonte: repubblica.it]