La battaglia del latte: anche dalla Maremma in piazza contro il falso Made in Italy
Anche gli allevatori di Latte Maremma alla manifestazione contro Lactalis, la grande società francese proprietaria dei marchi italiani Parmalat, Galbani, Invernizzi, Vallelata e Cademartori. A guidare i produttori maremmani a difesa del latte “Made in Italy” il presidente del Consorzio, Fabrizio Tistarelli. La manifestazione – iniziata sabato mattina – davanti ai cancelli dello stabilimento di Ospedaletto Lodigiano della Galbani, vuole attirare l’attenzione su un settore portato al collasso dalla forte concorrenza dei paesi dell’est Europa e causa della chiusura, in pochi anni, di più di quattromila stalle italiane.
“La nostra non è la protesta contro i nostri colleghi europei e neanche contro il libero mercato – dichiara Fabrizio Tistarelli – siamo qui, oggi, per dire basta ai ricatti e difendere il vero made in Italy”. Il grande concentramento in poche mani della produzione e della commercializzazione di prodotti come latte e formaggi – ma vale per tutto l’agroalimentare – facendo leva su una legislazione carente nella tutela dei consumatori, permette di vendere come italiano ciò che italiano non è. Forti di questo, le multinazionali non hanno più bisogno di avere una materia prima italiana. Ecco che impongono un prezzo in linea con l’offerta estera ma che per gli allevatori italiani è inferiore agli stessi costi di produzione. Dunque, da un lato si paga solo trentatre centesimi quel litro di latte che poi, semplicemente confezionato, viene rivenduto a un euro e cinquanta. Da qui le chiusure.
“Le nostre attività – prosegue Tistarelli – non sono paragonabili ai meccanismi di efficentamento propri dell’industria, noi produciamo cibo e non bulloni. E sulla qualità e sicurezza di questo non sono ammissibili né risparmi e né scorciatoie. Vogliamo continuare a servire il meglio ai nostri consumatori. La nostra forza è proprio questa. Se gli altri la pensano diversamente almeno lo dichiarino in etichetta”. Ecco che ritorna prepotentemente fuori la questione etichettatura e la gestione del cosìdetto made in Italy su cui proprio il Consorzio produttori Latte Maremma sta combattendo una battaglia serrata da quasi un anno contro un atteggiamento sia nazionale che comunitario ritenuto troppo favorevole a chi può trarre in inganno i consumatori.
“Stando così le cose – conclude Tistarelli – continua a entrare in Italia di tutto e di più. Mi riferisco a latte reidratato, sterilizzato ma anche a cagliate già pronte per farci formaggi e così via. Ovviamente il tutto a prezzi stracciati ma che grazie alla leva pubblicitaria garantiscono ottime vendite e dunque grandi profitti. È indispensabile un’etichettatura chiara e onesta che metta il consumatore in grado di scegliere realmente e consapevolmente ciò che sta per acquistare e portare sul tavolo di casa”.
[fonte: ilgiunco.net]