Mivar offre gli stabilimenti gratis a Samsung: "Venite a produrre qui"
L'azienda ha una sede ad Abbiategrasso, alle porte di Milano, di fatto mai produttiva dalla diffusione della tecnologia dei televisori Lcd, che l'ha messa fuori gioco
MILANO - Rivolgersi a coloro che ne hanno decretato la fine, per cercare una nuova vita. La Mivar, storico marchio delle televisioni del boom italiano dei decenni andati, si rivolge direttamente alla Samsung per cercare di dare una seconda vita al suo mega-stabilimento di Abbiategrasso, alle porte di Milano, di fatto mai andato a regime per colpa dell'evoluzione tecnologica. Ora il patron della Mivar, il 94enne Carlo Vichi, si rivolge direttamente al colosso sudcoreano per chiedere di venire a produrre i suoi televisori in Lombardia, offrendo gratuitamente le proprie linee produttive all'azienda asiatica, che sta per altro vivendo un momento difficile a causa dei continui scandali politici che colpiscono i vertici.
La provocazione arriva direttamente dalla pagina aziendale di Mivar, sulla quale da qualche tempo campeggia un invito: "Signori Imprenditori asiatici, siete gli unici costruttori della componentistica elettronica. Venite a rendervi conto dei vantaggi che potreste avere assemblando in Italia 3 milioni all'anno dei vostri televisori, la Mivar vi concederebbe l'uso gratuito di un complesso industriale unico al mondo in provincia di Milano, come pure il supporto necessario a una vostra presenza in Italia. Il governo stesso darà il benvenuto a una Industria costruttrice di televisori. Signor Presidente della Samsung, mandi un suo incaricato a verificare personalmente come stanno le cose, non le costerà nulla".
Paradossalmente pochi pixel sotto, nello stesso portale della Mivar, si ricostruisce la storia dello stabilimento che ora viene offerto gratuitamente al colosso asiatico e che molti frequentatori delle passeggiate sui navigli lombardi (i corsi d'acqua che attraversavano il capoluogo meneghino) conoscono bene, all'altezza di Abbiategrasso. E proprio dalle colonne del sito si spiega infatti che negli anni Duemila, il prorompere della tecnologia Lcd ha messo in crisi la Mivar. E si annota con un po' di amarezza che la "tecnologia LCD è totalmente in mano agli Usa, come del resto tutta l'elettronica (...)", per poi domandarsi: "Ebbene: perché non ci hanno concesso l'uso a giusto prezzo di questo miracolo? Perché lo hanno concesso in un modo poco chiaro all'Asia?". Sta di fatto che la Mivar non è riuscita a tenere il passo dei cristalli liquidi e - arrivata ad avere fino a 800 dipendenti - si è ritrovata nel 2013 a interrompere la produzione di televisori
Fonte> Repubblica