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2015-01-01

L' industria del made in Italy e l' Iva di design (al 4%)

Sono anni che il mondo del design fa i conti con la crisi economica, ma l' apertura del Salone internazionale del mobile (in programma dal 17 al 22 aprile a Fieramilano) è un momento di orgoglio per l' intero settore «in grado di attirare oltre 300 mila visitatori da 160 Paesi, in 10 mila solo dal Brasile - sottolinea il presidente di Cosmit, Carlo Guglielmi -. In Italia c' è più bisogno di innovazione? Noi non abbiamo mai smesso di farlo, se ci presentiamo in fiera con 21 mila prodotti nuovi». Ed è soprattutto all' estero e ai Paesi emergenti che i mobilieri guardano, visto che il mercato interno continua a perdere quota (-9,7% nel 2011) e «a sostenere il settore - spiega il presidente di Federlegno-Arredo, Roberto Snaidero - è la crescita dell' export» soprattutto verso i Paesi extraeuropei con un incremento del 4,3% nell' arredamento. Va forte la Russia (+11%) ma anche Emirati Arabi (+8,4%) e Arabia Saudita (+22%). Gli Stati Uniti hanno ripreso a comprare dopo la crisi del 2008 (+5%) e la Cina è arrivata a essere il 13esimo Paese cliente del made in Italy del mobile. Ma sia sul fronte interno sia su quello estero gli imprenditori dell' arredo si sentono «lasciati soli» da questo come dai governi precedenti e «non vogliamo soldi» dice Claudio Luti, presidente Kartell. «Avremmo bisogno della stessa attenzione che i nostri competitor francesi e tedeschi hanno dai loro governi: punti di riferimento a livello di sistema Paese in ogni mercato, assicurazioni sul credito, aiuti per difenderci dalla contraffazione». Perché se le esportazioni fino a poco tempo fa erano marginali ora sono il motore «ed è finito il momento del pioniere - continua Luti - ci vuole organizzazione e uno sforzo continuato». «Ora dal governo serve un segnale di sviluppo, anche per il mercato interno che dal 2008 a oggi è calato del 35-40% - sostiene Snaidero -. Per questo abbiamo chiesto al governo di applicare l' Iva al 4% per l' acquisto dei nostri prodotti, cucine, pavimenti, bagno, armadi a muro per la prima casa».

Fonte: Corriere della Sera

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