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2015-01-01

In Cina cresce veloce anche la nautica. Grazie al made in Italy

«Un salone fantastico in una struttura straordinaria». Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina-Confindustria Nautica, parla al telefono da Shangai. Ha appena partecipato, con le autoritàlocali, all’inaugurazionedel17˚ China International Boat Show che chiuderà i battenti domani.

In effetti la rassegna - prevalentemente della componentistica e della piccola-media nautica - è stata trasferita nell’area Expo 2010 dove, aggiunge Albertoni, «oltre al polo fieristico di prim’ordine, si stanno insediando importanti aziende multinazionali ». E il pensiero corre al totale degrado del Villaggio Olimpico di Torino... «Qui pianificano tutto: gusti, consumi, mode, tendenze. Un fatto, se vogliamo, per noi anacronistico », è la riflessione di Albertoni.

Sta di fatto che la Repubblica popolare ha scoperto da poco la nautica e, come avviene in altri comparti, la fa crescere rapidamente. Un business di Stato che, forse, potrà creare qualche problema in più all’industria nautica europea. «Credo che i cinesi - continua il capo di Condindustria Nautica approfittando della profonda crisi in cui versano Europa e Stati Uniti, si siano resi conto di avere in casa qualche milione di potenziali consumatori di un certo livello e di conseguenza si sono inventati operazioni di real estate. Si moltiplicano a vista d’occhio, infatti, le costruzioni di villette, alberghi, campi da golf e porti turistici. Ma questo non basta: occorrono scuole per la formazione professionale dei marinai e degli equipaggi».

Asia Pacific, quindi, mercato del futuro? «In ogni caso - dice Albertoni - consigliamo alle nostre aziende molta prudenza. La presenza della massima espressione del made in Italy è importante, ma non possiamo ipotizzare, almeno per ora, un mercato che occupi i vuoti lasciati dalla crisi europea. Non aspettiamoci grandi numeri. Per quanto i cinesi siano veloci, occorrono dai cinque ai dieci anni per parlare di quote di mercato importanti. Per ora portiamo qui le nostre barche, che racchiudono il meglio del saper fare italiano: dal design all’arredamento, dal tessile alla tecnologia. Questo sapere, consolidato in anni di impegno e capacità imprenditoriale, potrà contribuire in maniera importante allo sviluppo della cultura nautica in Cina. Con il grande lavoro che stiamo facendo, spero che le aziende nautiche non facciano gli errori di altri comparti dell’industria, arrivati tardi in un mercato già formato e orientato su altri Paesi. Noi siamo qui per monitorare un nuovo mercato e coglierne subito tutte le opportunità».

Intanto l’«Italian Pavilion»ospita ben 15 espositori italiani: Adragna Yacht Design Studio, Apreamare, Besenzoni, Can Sb Marine Plastics, Cciaa La Spezia - La Spezia Euroinformazione & Sviluppo - Cms, Comar Yachts, Hi Tech International (Martin Engineering), Media Ship Charter, Mylius Yachts, Pfa (architetto Floris & Giommi associati), Scoprega (Ningbo Bravo), Sistema Walcon, Tecnicomar, nonché lo stand istituzionale della collettiva Ucina cui partecipano Bcm Illuminazione, Lomac Nautica, Nemo Industrie e Veleria San Giorgio.

Il mercato nautico cinese, di cui il China International Boat Show di Shangai costituisce il più significativo punto di riferimento, rappresenta oggi un’interessante opportunità per le aziende italiane. Un recente studio del’Ice, infatti, proietta la crescita costante della nautica in Cina, partita nel 2005, a un valore di 20 miliardi di dollari entro il 2020. Con una cultura nautica ancora agli albori, ci si aspetta che gli yacht, soprattutto quelli di grandi dimensioni, entrino velocemente a far parte dello stile vita delle classi cinesi più abbienti (si stima che i cosiddetti high-networth individuals siano oggi circa 500mila con una proiezione a 788mila entro il 2013) e che, di conseguenza, crescano altrettanto velocemente gli investimenti per lo sviluppo delle necessarie infrastrutture. Con ricadute positive per l’industria nautica italiana. Nelle scorse settimane, com’è noto, Ucina ha siglato due protocolli d’intesa con il Department of Industry and Information Technology della Provincia di Hainan e la Commerce Commission Tianjin Binhai New Area.

Più in particolare il primo accordo prevede la consulenza di Ucina per l’organizzazione di un nuovo salone nautico, il supporto alle autorità locali per lo studio della regolamentazione tecnico- giuridica delle imbarcazioni e delle navi da diporto, comprese quelle destinate ad uso commerciale

Fonte: Il Giornale

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