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2015-01-01

Made in Italy: dimezzato il deficit commerciale fuori dall'Ue

Migliora il saldo del commercio italiano a gennaio, con dati positivi soprattutto per quanto riguarda i rapporti con i Paesi extra europei. Il mese scorso, infatti, il commercio estero - rispetto a dicembre 2012 - ha fatto registrare una crescita più marcata delle esportazioni (+3,9%) rispetto alle importazioni (+3,0%). Rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, secondo i dati comunicati dall'Istat a gennaio le esportazioni mostrano una forte crescita (+17,7%), a fronte di una diminuzione significativa delle importazioni (-5,6%).
Risulta più che dimezzato il deficit nei confronti dei Paesi fuori dall'Unione europea: a gennaio la bilancia commerciale con questi Stati ha registrato un deficit di 2,3 miliardi di euro, quando nel gennaio 2012 si trattava di -5,2 miliardi. Nello stesso mese, si è ridotto il deficit energetico (da -6,1 miliardi nel 2012 a -5,2 miliardi nel 2013) e si è notevolmente ampliato il surplus nell'interscambio di prodotti non energetici (da 869 milioni nel 2012 a 2,9 miliardi nel 2013), spiegato per oltre il 90% dal forte avanzo commerciale nei beni strumentali.

Su base mensile la crescita delle esportazioni interessa tutti i principali raggruppamenti di beni, a eccezione dell'energia (-25,9%). Particolarmente rilevante è l'incremento dell'export di prodotti intermedi (+8,8%) e di beni di consumo (+7,5%). Gli acquisti di prodotti intermedi (+5,4%) presentano una crescita congiunturale ampiamente superiore alla media, mentre i beni di consumo durevoli registrano

una diminuzione (-4,7%). Nell'ultimo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti la dinamica è positiva per le esportazioni (+1,9%) e diffusa a tutti i comparti, con l'eccezione dell'energia (-5,7%). Nello stesso periodo, la marcata diminuzione dell'energia (-12,0%) spiega in ampia misura la flessione complessiva delle importazioni (-5,2%).

Quanto alla ripartizione geografica, i mercati più dinamici all'export sono risultati la zona Asean (+32,2%), l'Opec (+26,1%), il Giappone (+25,6%), Cina (+24,6%), Eda (+22,9%) e gli Stati Uniti (+20,2%). In marcata flessione è l'import dal Giappone (-32,1%), mentre crescono le importazioni da Turchia (+25,9%), Russia (+23,6%) e Svizzera (+23,5%).

FONTE: REPUBBLICA.IT

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