Falso Made in Italy sui capi di lana, frode fiscale da 15 milioni di euro
Un imprenditore aveva costituito una società in Cina dove venivano prodotti capi di maglieria destinati a grandi griffe della moda che poi li rivendevano in mezzo mondo. La sede amministrativa era nel Maceratese. La guardia di finanza ha denunciato due persone ed eseguito sequestri per 4 milioni.
Made in Italy cinese, scoperta una frode fiscale da 15 milioni di euro, con migliaia di prodotti (cappelli e sciarpe in lana) che venivano venduti a grandi marchi della moda e finivano nelle boutique di tutto il mondo. Due persone denunciate e sequestri per 4 milioni di euro.
Stati Uniti, Francia, Spagna, Olanda, Belgio oltre che l’Italia: venivano venduti in mezzo mondo cappellini e sciarpe di lana e finivano nei negozi come prodotti realizzati nel nostro Paese. In realtà l’Italia la vedevano di passaggio. E’ ciò che ha ricostruito la Compagnia di Macerata della guardia di finanza nel corso di una indagine durata un anno. Al centro di tutto c’era una azienda di Loro Piceno. E’ lì che aveva la sede amministrativa e vi era il cervello di una ditta che un imprenditore italiano aveva aperto in Cina. In Cina venivano realizzati prodotti di maglieria che poi venivano spediti in Italia, dal nostro Paese poi ripartivano con le indicazioni Made in Italy. Perché l’imprenditore, dalla sua azienda di Loro Piceno, teneva rapporti con grandi marchi della moda che ogni anno gli affidavano la produzione di un certo modello di cappelli o di sciarpe. Gli chiedevano anche la certificazione che il prodotto fosse realizzato in Italia. La guardia di finanza ha ricostruito a ritroso il viaggio dei prodotti nati in Cina e diventati Made in Italy. 12mila i capi venduti in tutto il mondo che avevano consentito all’imprenditore una frode fiscale di 15 milioni di euro. Questo perché, avendo la sede amministrativa dell’azienda in Italia, era tenuto a pagare le tasse nel nostro Paese nonostante la produzione avvenisse in Cina. In totale i finanzieri hanno effettuato un sequestro preventivo per 4 milioni di euro tra beni immobili, depositi bancari, quote societarie. Per i responsabili della società è scattata la denuncia.
[fonte: cronachemaceratesi.it]