Nuova legge su distretti produttivi, reti innovative e aggregazioni d'impresa: Coppola
“Mi auguro che sia la bandiera di una nuova era di semplificazione e di rapporti con le imprese, in momento in cui si sente la necessità che siano accorciate le distanze tra istituzioni e mondo produttivo”. L’assessore regionale allo sviluppo economico, ricerca e innovazione Isi Coppola ha accompagnato con questo auspicio la presentazione del nuovo disegno di legge di iniziativa della giunta regionale in materia di distretti industriali, reti innovative e aggregazioni di imprese. La normative prende atto che i distretti industriali tradizionali, nella configurazione conosciuta in passato, hanno fatto il loro tempo e bisogna guardare per il futuro a nuove forme organizzative per fare sistema sul territorio e rilanciare l’economia veneta. Il motivo conduttore del lavoro svolto – ha fatto presente l’assessore Coppola – è stato quello di semplificare il più possibile soprattutto le procedure amministrative previste dalla vecchia legge in vigore, per avere una normativa semplice ed essenziale. Il nuovo testo consta infatti di poco più di una decina di articoli.
L’assessore Coppola ha ricordato che la vecchia legge ha prodotto una gran numero di distretti industriali (quasi una cinquantina), alle prese però con una grande burocrazia. L’articolazione proposta nel disegno di legge prevede invece tre livelli organizzativi: i distretti industriali, le reti innovative regionali, le aggregazioni di imprese. Il tutto all’insegna della flessibilità e della snellezza. “In un momento difficile come quello attuale – ha detto l’assessore – una legge di questo tipo deve saper dare risposte al territorio e alle imprese venete”. Gli elementi caratterizzanti dei nuovi distretti industriali saranno la concentrazione imprese manifatturiere, la territorialità, la storicità, la competitività del sistema in termini di innovazione e internazionalizzazione. L’assessore ha detto che la giunta regionale ne riconoscerà un numero ridotto, probabilmente non più di una quindicina. “Soprattutto sul fronte dell’internazionalizzazione – ha aggiunto – dobbiamo presentarci con pochi distretti e ben identificati”.
Le reti innovative regionali comprenderanno invece i settori nuovi dell’economia: “un mondo fresco – ha spiegato l’assessore – in evoluzione, che propone sfide di tipo diverso. Siamo i primi a introdurle”. Le caratteristiche previste sono una rete “estesa” sul territorio, riconosciuta dalla giunta regionale, con una imprenditorialità nuova o innovativa, in settori altrettanto nuovi o innovativi. Nella terza tipologia (aggregazioni di imprese), almeno tre imprese si aggregano invece per realizzare insieme un progetto, senza nessun vincolo di carattere settoriale e in maniera molto flessibile. Le forma di aggregazioni potranno essere il contratto di rete, il consorzio, la società consortile o cooperativa, le associazioni temporanee di imprese.
Un salto di qualità nella nuova legge viene anche dall’introduzione di un soggetto giuridico che rappresenterà ciascun distretto industriale e rete innovativa. Sarà l’unico interlocutore con la Regione, avendo il compito tra l’altro di raccogliere le istanze delle imprese per tradurle in progetti di intervento e di sottoscrivere gli accordi di programma. Per quanto riguarda gli interventi finanziabili, questi potranno riguardare ricerca e innovazione, internazionalizzazione, infrastrutture, sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale, difesa dell’occupazione, sviluppo di nuova imprenditorialità, partecipazione a progetti promossi dell’Unione Europea, iniziative finalizzate al rafforzamento della competitività. Ci saranno bandi di finanziamento per tutte e tre le tipologie, con modalità “a sportello”, senza quindi date di scadenza. I progetti saranno valutati dalla Regione mano a mano che arriveranno. Solo con i soggetti giuridici rappresentanti i distretti industriali e le reti innovative regionali potranno essere sottoscritti accordi di programma.
L’assessore Coppola ha concluso annunciando che a breve la Regione aprirà un bando di 5 milioni di euro con i fondi del POR (Programma Operativo Regionale) su ricerca e innovazione, che anticiperà in qualche modo lo spirito della nuova legge puntando sulle aggregazioni d’impresa.
FONTE: REGIONE.VENETO.IT