In Corea c'è una classe media e benestante che si sta avvicinando al made in Italy, dall'abbigliamento alla tavola alla cosmetica, con gli effetti positivi degli accordi del libero scambio. L'Italia punta a vendere nei grandi department store della capitale, in un Paese cresciuto nel 2010 di oltre il 6%. Le cifre dell'export italiano sono in crescita, 31,5 milioni nell'ultimo anno per la cosmetica, 80 milioni per l'abbigliamento, 87 milioni per l'alimentare. In Corea il livello di vita è alto e i consumatori possono sopportare costi di un prodotto di qualità, è un must stare sulla fascia alta di prodotti made in Italy anche senza brand famosi.
Cucina italiana. Anche i prodotti alimentari vanno forte, ai coreani piace mangiare italiano, la loro è una cucina di prodotto non di processo, pochi elementi, di alta qualità con sapori definiti. Si vendono vino, pasta, olio, conserva di pomodori. Inoltre la Corea vanta un'ampia gamma di supermercati. Nonostante questo banchieri e autorità di supervisione finanziaria coreani hanno espresso i loro timori, per un rallentamento dell'economia globale e i suoi effetti; si avvertono i segnali di un “credit crunch” che potrebbe estendersi all'Asia; temendo che le banche europee, decidano di ridurre l'operatività nei Paesi asiatici, finendo di fuoriuscirne. Per ora il mercato interbancario in Asia non manifesta grandi tensioni ma comincia a mostrare qualche disagio a operare con gli istituti europei.
Fonte: newNotizie.it
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