Rallenta il ritmo di crescita dei 7 distretti industriali delle Marche. E' quanto si evince dal Monitor dei Distretti delle Marche e Abruzzo, realizzato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca dell'Adriatico, che evidenzia , nel primo trimestre, un aumento dell'export pari al 9,5% tendenziale, dopo il +15,5% dell'ultimo trimestre del 2010. Su questa performance meno brillante rispetto alla media dei distretti italiani (+16,3%) pesa la crisi delle cappe aspiranti e degli elettrodomestici di Fabriano (-10,3%), penalizzata da tutti i suoi principali sbocchi di mercato tradizionali (Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti). Meglio gli altri maggiori distretti della regione, con in testa le calzature di Fermo (+14,6%) e la pelletteria del Tolentino (+18,9%), seguiti dalle cucine di Pesaro (+8,4%). Dopo il crollo del 2009, sono in forte progresso le macchine utensili e per il legno di Pesaro (+65,4%). Performance positive nei flussi di esportazione anche per per gli strumenti musicali di Castelfidardo (+4,4%), mentre la jeans valley di Montefeltro (dopo il buon +16,6% del precedente trimestre) accusa una frenata (-12,4%). Resta alto il ritmo di crescita nei nuovi mercati, dove l'aumento dell'export dei distretti marchigiani ha toccato il 20% tendenziale. Bene, in particolare, la Russia, la Libia e la Turchia.
Fonte: Asca
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